Io non abito al mare (ma lo sento, finalmente)

Mia madre mi ha detto che la vita è una torta di grano saraceno: va mangiata tutta.

È ricominciata la settimana e un po’ ad una torta ci assomiglia, una di quelle che si preparano la domenica sera, piena di buoni propositi come ingredienti.

Mi sono svegliata presto, (quasi) come sempre. Ho letto che stamattina dovrei vedere un bacio, tra Venere e Giove, ma l’alba in giardino è color antracite, in cielo non si vede niente e sento solo una fredda coperta di neve sulle spalle. Sì, stanotte è successo, e prima del previsto. Prendo un maglione un po’ più pesante, accendo il lumino blu a forma di panda e bevo un caffè da sola. È amaro e mi ricorda che anche stavolta si riparte.

Da un po’ di tempo continuo a pensare a quanto sia strano essersi alzati ogni giorno della propria vita con delle montagne che ti stanno addosso. Un mare di vento ma di mare neanche il profumo. Solo delle rocce che parlano fortissimo, che si tingono di bianco e ti fanno ricordare un sacco di cose complicate.

Squilla il telefono. Sarà sicuramente mia nonna che mi chiede se voglio delle castagne per merenda. È lei, mi dice che mi vuole tanto bene e che se voglio mi regala il suo telefono a disco per l’appartamento a Milano.

Novembre è un mese che non mi è mai piaciuto, non ha niente di sensato se non un freddo insostenibile e un sacco di pioggia. Però sarà speciale, lo sento.

Devo sbrigarmi o perderò il treno, e devo impugnare il cucchiaino per iniziare al meglio la mia fetta di torta. Abbraccio mio padre: è un abbraccio autunnale. È un po’ malinconico perché sta finendo la Formula 1, il Vicenza è in Lega Pro e il suono dei suoi pensieri ormai lo conosco: sembra quello della puntina del giradischi su «She’s leaving home» dei Beatles.

Prendo il regionale delle otto che si ferma dappertutto, quasi non sembra di viaggiare. Gli sguardi dei passeggeri sono umidi, sono abituati a sognare dentro la nebbia, a respirare il mattino con gli occhi stropicciati come fili d’erba sotto la brina.

Scenderò tra poco, ma se rimanessi sopra questa piccola astronave di plastica che assomiglia ad una confezione di merendine arriverei a qualcosa che assomiglia al mare, ma che del mare non ha neanche il colore.

Forse ne sono felice.

Ricordo che quando in estate il cielo era sgombro e l’aria un po’ più soffice, andavamo sulla cima più alta della montagna e qualcuno riusciva a vederlo, il mare. Era difficile capirlo, perché l’azzurro era solo una linea sopra ad un’altra, lo contemplavamo, qualcuno diceva di vedere delle isole, a volte io ho detto che riuscivo a distinguerlo bene anche se non era vero. Ma è stato più bello così. Perché l’ho potuto immaginare.

Mi hanno insegnato che una volta dove ora ci sono distese di boschi e roccia calcarea, c’era proprio lui.
«Faceva una gran rumore con tutti quei pesci e quelle alghe strane, sai? E le sue onde, immense, schiumose, a tratti dolci, a tratti impetuose, facevano quasi paura. Ma dove c’è confusione, ricordatelo, c’è anche tanta, tanta libertà».
«E ora dov’è andato?»
«È andato via. Ecco perché c’è tutto questo silenzio, capisci?»

Il vuoto che ha lasciato è davvero forte. Lo ascolto tutti i giorni.

Nel frattempo sono arrivata in classe, non ho proprio voglia di prendere appunti di filosofia ma lo devo fare. Con mio immenso stupore, una volta chiusa la porta, la professoressa schiaccia con il suo indice lungo e ossuto il tasto play del registratore, e quella fetta di torta si scoprirà più buona che mai.
Iniziano le prime note, archi, arpe, il mare inizia a pervadermi. Non ho più scampo, no. Flauti, corni, improvvisamente lo squillo di una tromba mi tira un pugno sulla fronte come un’onda su uno scoglio. È fatta. Dimenticherò i cristalli di ghiaccio, le scarpe bagnate e gelate sotto il termosifone, dimenticherò la pelle d’oca sotto i jeans, dimenticherò perché mi stavo lamentando del freddo, dimenticherò in parte anche la sottoscritta.

Vago in un pentagramma di pennellate corpose, dove non ci sono linee di confine e non ci sono certezze. Fuori dalla finestra la luce sta cambiando e sembra che tutto ciò che sto ascoltando si trasformi continuamente assieme ai colori dentro la stanza. Le mie orecchie stanno viaggiando in mezzo all’oceano, ho sentito un do diesis minore da qualche parte ma già non lo trovo più. Mi sono persa davvero, ho il mare nella testa.

Capisco in quel momento che tutti i luoghi che fanno parte di me sono dentro di me e non fuori, che è vero, sono nata con il cuore sopra una montagna, ma solo per vedere dall’alto meglio il mare.

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

8 risposte su “Io non abito al mare (ma lo sento, finalmente)”

Innanzitutto complimenti per il nuovo video e per la nuova canzone e grazie di aver scelto il Cretto di Burri come location (magari poi ci dici il motivo se vuoi).
Poi che dire?anche tu usi la luce notturna???io sempre un po’ perchè non vado d’accordo con il buio ma anche perché capita di dovermi alzare di notte per motivi intuibili :-), anche tu freddolosa?.
P.s. Ci si vede a Brescia il 24 marzo

Hello Francesca!
Bellissima questa metafora di tua mamma, anche la mia mi dice (nonostante nella vita abbia sofferto tanto) che la vita è meravigliosa, che si deve viverla tutta: a volte però, da sempre, sono moltissime le cose difficili da ricordare, da vivere, impossibili da cambiare e per questo spesso si dimentica del valore della vita. La fantasia aiuta moltissimo nella vita, la rende migliore di quello che sarebbe se non l’avessimo o ad ottenere quello che non si potrebbe avere senza di essa. Io, sin da piccola, ho sempre avvertito un grandissimo vuoto per la mancanza di affetti, di giusta libertà ed appoggio nel costruire e vivere la vita, di ascolto, di serenità e tutto questo insegna a viaggiare moltissimo con la mente, a dare un grandissimo valore alle piccole e grandi cose che si amano, che fanno dimenticare tutto il resto almeno per un po’. Penso che si debba imparare ad avere tutto quello che non si riesce a trovare nelle persone e nella vita che si vive dentro di sé (la serenità, la felicità, il modo per realizzare i propri sogni, il dare il valore più importante alle cose che si possono scegliere e che nessuno può togliere, il costruire la vita che sia il più possibile vicina a quella sognata appigliandosi molto alla fantasia e al sapersi accontentare).
Leggendo tutto quello che scrivi, canti e dici si evince che hai veramente un mare di cose bellissime nella testa, cuore ed anima grandissimi e che “sei di qui ma non sei di qui”.
“Io non abito al mare” è una canzone dolcissima e profondissima cantata con voce ed interpretazione insuperabili: è importantissimo parlarsi veramente ed ascoltarsi perché sono le cose che più di tutte danno verità, significato e valore ad un rapporto. Spero che questa tua canzone meravigliosa convinca le persone a dare importanza alla sincerità di chi manifesta (facendo fatica o a volte senza volerlo perché non sa fingere) le proprie difficoltà dovute all’indole e/o alla vita che ha vissuto e che difficilmente possono essere comprese appieno da chi non le ha vissute, alla dolcezza, alla tenerezza, al parlarsi con il cuore, ad ascoltarsi veramente, al dimostrare sempre se tengono ad una persona e non dare mai nulla per scontato in questo senso, alla fantasia che rende tutto possibile e più bello.
A volte, da una vita, non si può parlare ma anche se sai che non dovresti e non potresti raramente lo fai, non sei ascoltata e capita per niente e tutto questo fa chiudere molto, fa tacere sempre creando dentro di sé una grandissima tensione che fa stare male, fa sentire infinita solitudine e tristezza, come persone che si trovano all’apogeo della distanza anche se sono vicinissime e tutto ciò, in modo particolare negli anni nei quali si cresce e si “diventa” (adolescenza e i 20 anni), è determinante purtroppo in negativo per tutta la vita ed in ogni campo; al contrario, quando si condividono pensieri, modo di vivere e vedere la vita con persone lontanissime si sentono vicinissime: una cosa stranissima ma verissima.
Bellissima e dolcissima la copertina del singolo e stupendo anche il video di “Io non abito al mare”.
Complimenti per i meravigliosi e sentiti messaggi che trasmetti in ogni modo e poi la cosa che colpisce molto è che tu sei la prima a far seguire i fatti alle parole: umiltà, amore universale, dolcezza, saggezza, rispetto, educazione, gentilezza, sincerità, simpatia, sono tutte cose che sono presenti sempre in tutto quello che fai e nel rapporto con le persone.
Per tutto questo meriti che chiunque si rivolga a te sia come tu sei con gli altri.
Hai scritto: “Abbiate il coraggio di essere teneri”: guardando a tutta la durezza, all’odio, alle divisioni, all’indifferenza, alle prepotenze, all’insensibilità che si avvertono vicino e lontano è una frase che fa commuovere tantissimo.
Non rinunciare mai ai tuoi sogni perché hai dei sogni bellissimi e molto significativi: sono certa che con la tua geniale intelligenza, l’abnegazione, la volontà, la passione e la determinazione riuscirai a realizzare tutti i tuoi sogni; io te lo auguro!
C’è chi dice di non sognare perché se poi non dovessero realizzarsi si soffrirebbe troppo e quindi meglio non avere sogni io invece, nonostante tutto per me sin da piccola sarebbe dovuto essere impossibile, sono del parere che i sogni aiutino a vivere e che in un modo o nell’altro, magari accontentandosi tantissimo perché non si possono raggiungere come si vorrebbe per uno o più motivi, si possano realizzare e fanno “diventare” più di ogni altra cosa.
Complimenti per aver scelto di vivere tre vite in una: per tutte le cose che fai – università, conservatorio, lavoro, studio delle lingue, saper suonare tantissimi strumenti musicali, viaggiare, scrivere, essere una bravissima foto-video reporter in giro per il mondo e “mille altre cose”…senza per questo dimenticare la filantropia espressa in molti modi – sono veramente tre vite o forse di più piene di eclettismo, dinamismo, unicità, intelligenza e sensibilità! Great!!! Don’t never change! Geazie! Ciao! ?Una tua fan per sempre.

Ciao Fra, io al mare ci sono cresciuto , ma ogni volta che ascolto la tua canzone ho i Frecciarossa nello stomaco. Grazie, per tutto.

ti voglio troppo bene francesca,e come ti ho gia’ detto,leggerti,riempie sempre il mio cuore di gioia…vivi la vita di tutti noi,ancora adesso che sei una cantante affermata,la tua semplicita’e la tua umilta’,sono ancora quelli di xfactor,scrivi io non abito al mare,descrivendo quello che io chiamo ”la tua biografia sentimentale”,e mi immedesimo molto nel tuo carattere,,e qui dimostri che il successo non ti ha dato alla testa,,,,ti amo musicalmente anche per questo e mai smettero’ di amarti e di amare le tue canzoni,vere,reali e piene di significati profondi……grazie francy e grazie anche per avermi risposto su facebook,a proposito hai sentito la mia playlist?….ricordati che il mio sogno e’ quello di aprire un fan club tuo ufficiale,che dici lo facciamo??? aspetto tue notizie.. un bacio e al prossimo blog

Bellissime immagini le tue parole. So che scrivi le tue canzoni e che sarà impossibile avere una tua risposta ma ancora più fantascientifico avere un tuo si, ma ci provo comunque. Nella vita sono medico ospedaliero ma da ormai in tantissimi anni ho scritto innumerevoli canzoni testo e musica. Non canto se non nelle demo e credimi meglio così ?. Ma ho dei pezzi bellissimi adatti al tuo stile e alla tua voce. Se avessi voglia di sentirli ti lascio la mia mail. Purtroppo pian piano il tempo passa e sto smettendo di crederci ma sono un positivo convinto conservo un po’ di speranza di riuscire un giorno a regalare un mio pensiero magari attraverso te! Grazie comunque. Pierfrancesco Agostini [email protected]

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