How I Met Your Mother (in 1999): Lettera di un Papà alla Figlia

Ciao Livia,
???❤??
Okay, basta cuori. Sai ai miei tempi scrivevo solo così <3.
C’erano già i cellulari quando sei nata, solo che non c’era l’app che ti ricordava di bere acqua e di andare a dormire, tantomeno l’emoji dei dinosauri.
Forse ora ci sono molte più cose carine ma dura tutto troppo poco, pensa alla batteria del tuo telefono ogni volta che devi avvisarmi a che ora tornerai ?.
Ricordo che mi divertivo a fare squilli a gente a caso della rubrica e con questo c’entra anche tua madre. Ma il tutto è partito con l’HP 9000.
Io avevo internet già da qualche anno, lei da pochi mesi. Entrambi eravamo appassionati di musica punk, sì, quella roba che ti fa tanto schifo ?.
Allora ogni gruppo musicale aveva un proprio sito, e in ogni sito c’era una pagina che si chiamava “Guestbook” dove le persone lasciavano i messaggi. Hai presente quei quadernoni bianchi che spesso si trovano in alcuni posti particolari come i rifugi in montagna o i b&b? Ecco, qualcosa di simile. Proprio in quello dei Rancid ho conosciuto per la prima volta la mamma, senza neppure vederla, e mi ha subito colpito il suo modo di scrivere. Ti dico la verità, già allora era un po’ strana la ragazza, non è che si capisse proprio al volo tutto quello che esprimeva, ma era proprio quel suo fare misterioso e ricercato che ha attirato la mia curiosità. In realtà, esistevano già dei programmi per computer che permettevano alle persone di incontrarsi e di scriversi, le famose chat, ed è in una di queste che qualche mese dopo ho preso coraggio e mi sono fatto avanti. Altro che Snapchat e le 24 ore per l’autodistruzione!
“Ciao, sono Filippo del guestbook, tu sei Alice, vero?”
E da qui è nato tutto, senza questa frase tu ora non saresti neppure qui e chissà io.
Ti racconterò bene anche della gaffe dello squillo ma se prendi sonno io potrei finalmente guardarmi “Stranger Things” e non sarebbe male ?
Ricordo i messaggi teneri su C6, una chat di messaggi semplici ed essenziali. Altro che le incomprensioni di oggi! Purtroppo però è durata poco, il tempo di lasciare il dominio ad ICQ (che anni dopo ho scoperto pronunciarsi “I seek you”). Questa era più complessa, si poteva chattare in gruppo e scambiare foto… ahia, le foto, un capitolo stupendo!
Hai presente Instagram? Dimenticalo. Spedire una foto era un’impresa come tuttora lo è arrivare puntuali con Trenitalia. Più che altro avere una propria foto decente da scambiare era difficile, non avevo FaceTune sul telefono mia cara. Bisognava avere lo scanner, bisognava sapere come ridurla e ritoccarla per sembrare non dico fighi, ma perlomeno simili a qualcosa di decente. Pensa che ognuno aveva una sola foto e quella durava per mesi e mesi. MESI E MESI. Una ne girava, non mille. Avrei voluto vederti: nessun aggiornamento del profilo, muahaha.
Quella di tua madre davanti al pianoforte mi ha cambiato la vita. E’ stato come aver vissuto in un universo parallelo per mille settimane, dove la persona con cui parlavi un po’ segretamente ogni giorno era esattamente come tu volevi che fosse, e poi scoprire che in realtà era mille volte meglio.
Chissà se lei ha pensato la stessa cosa quando le ho spedito la mia foto della gita di quinta superiore a Barcellona. Uhm, mi sa di no.
Comunque dopo aver ricevuto quella foto ho capito che la mia vita stava per cambiare, e così è stato. E sai una cosa strana? Nessuno intorno a me capiva cosa stesse succedendo, cosa facevo ore davanti a quel computer. Per quasi tutti era impossibile che un’amicizia potesse nascere davanti ad un monitor, figuriamoci un amore!
Un giorno mi ha lasciato il suo numero su MySpace e boh, non puoi capire la mia gioia. L’ho salvata con uno smile 🙂 e ho iniziato a fissare il suo contatto in rubrica come fosse una tavoletta di cioccolato per Charlie Bucket.
Un giorno, a furia di contemplare il suo nome dal mio Nokia 3310, ho schiacciato involontariamente il tasto verde. Da lì il resto è storia.

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

15 risposte su “How I Met Your Mother (in 1999): Lettera di un Papà alla Figlia”

Francesca cara, tu sei giovane e alcune usanze pre-cellulare o pre-internet non le puoi ricordare, come ad esempio i gettoni per telefonare o il muretto su cui si trascorreva il pomeriggio del sabato, proprio qualche minuto prima del tuo post pensavo al mio primo amore, forse perché ascoltavo November rain dei Guns, canzone che me la fa ricordare!penso comunque che ogni era abbia il suo fascino, buona serata e buona festa di Ognissanti

La tecnologia, utilizzandola nel modo giusto, è qualcosa che ha moltissimi lati positivi: consente di comunicare, di arricchirsi culturalmente, di tenersi informati…E poi consente di trovare tutto: ad esempio io, che purtroppo non potrò mai venire ad un tuo concerto, grazie ad internet ho potuto vedere alcuni tuoi live nei quali emerge nitidamente l’immenso talento che hai nel cantare e nel suonare tantissimi strumenti musicali oltre che a quello di compositrice, le esibizioni in varie manifestazioni grazie alle persone che caricano su Youtube i loro video amatioriali, seguirti in questo tuo bellissimo blog e sui social. Penso che internet sia una delle più belle invenzioni: una delle cose che mi piacciono di più sono i tutorial nei quali molte persone insegnano ciò che sanno fare: suonare uno strumento musicale, parlare una lingua straniera, la condivisione per cose bellissime come i libri, la musica, i film, l’arte. Ciao Francesca. Hasta pronto! Una tua fan per sempre.

Well, what to say, you are the most beautiful and amazing woman in the world. You are my dream woman, or no, actually a thousand times better. I cannot find words to describe what I am feeling for you, Franci, you can feel it with your beautiful heart. I hope that we’ll meet in person soon (maybe this summer). I will write to you before that. Come sempre sei bellissima. Tanti baci a te 🙂

Ciao Franci.. nel 1999 avevo 29 anni .. più di quanti ne hai tu ora e questa cosa mette un po’ di ansia.. mai avrei creduto di ascoltare e trovare a condividere parole e pensieri di una ragazza così giovane.. che non ha vissuto quel che ho passato io e ascoltato e visto concerti che ho visto io.. ma a pelle fin fa quando ti ho visto la prima volta a quel famoso provino mi sei piaciuta.. non so spiegare perché ma così fu.. poi per un po’ non ti ho più ascoltato per poi riprendere dopo molto tempo e cioè dopo aver ascoltato 25 febbraio.. cacchio una canzone che mi rappresenta ho detto.. è la mia data di nascita ed è la mia.. scopro poi che è anche la tua data di nascita.. ok allora tutto torna!! Ecco perché!!! Ho deciso così di riprendere a conoscerti ascoltando i L tuo precedente album e venerdì a vedere addirittura un tuo concerto.. fiera di venire anche se non ti dico i commenti di amici.. ho visto bowe ho visto i pink ho visto de andre’ ..credimi che hanno lasciato un segno indelebile nella mia vita mi hanno veramente aiutato nella mia vita.. ascoltarli è stato essere in compagnia quando in famiglia tutto andava a rotoli .. tu ora con le tue parole la tua voglia di vivere e capire le cose mi fai credere che ci sia un buon futuro per la musica italiana!!! Spero tu riesca a crescere ancora di più .. di essere sensibile alle persone.. di conoscerle stare coi piedi nella realtà .. di usare la tecnologia in modo corretto .. per quella che è.. è utile.. non so perché però ha reso le persone più sole pene di paranoie e depresse !! tu sai il perché ??? Spiegami il perché perché io cresciuta senza una base solida ancora lotto per stare a galla e non mollare .. cercare di imparare sempre anche da chi non immagineresti mai.. ?… continua ad imparare e ascoltare continua a stare con i piedi per terra e continua a cinoscere culture e persone diverse da noi.. continua a studiare .. continua ad essere libera … lettera che mai avrei pensato di scrivere.. Da 25/2/70 a 25/2/95… nel 95 comprai il mio primo cellulare .. lavoravo a Mantova e rimasi con la macchina in fumo in autostrada e piansi perché non sapevo come fare .. avevo bisogno di aiuto.. ero terrorizzata.. ecco perché comprai un telefonino…spendendo un botto!!

Ciao Francesca, scusa il disturbo, non è il luogo adatto ma è l’unico metodo che ho trovato per contattarti.
Mi presento sono Alberto da Genova 25 anni.
Ti reputo la persona migliore che sappia parlare d’amore, il tuo ultimo disco ne è la conferma. L’ho ascoltato e riascoltato cercando di trovare la mia storia raccontata attraverso un tuo testo. Non voglio tediarti o importunarti ma il momento che sto attraversando mi sta facendo salire un senso di inquietudine che non ho mai provato prima, da più di un mese oramai. Solo con le tue canzoni riesco a vedere una speranza ed avere momenti di serenità. Cercherò di essere chiaro e sintetico.
La vicenda è che la mia ragazza mi ha lasciato, dopo 7 anni, in una sera, senza aver avuto la possibiltà di controbattere o rimediare.
Mi ha lasciato addossandosi tutte le colpe, dicendomi che meritavo un’altra che mi desse più di quanto potesse darmi lei, inoltre se la nostra storia fosse andata avanti mi avrebbe portato solo sofferenza. Il suo intento non è sostituirmi con un altro uomo ma stare da sola, in modo da non arrecarmi nessun danno in futuro, e a questo ci credo mettendoci le mani sul fuoco. Ogni mio gesto verso di lei era totalmente incondizionato non mi è mai pesato nulla fare qualcosa per lei ed era un rapporto dove regnava il rispetto, l’ammirazione e l’amore reciproco. Da parte mia non c’è mai stata l’intenzione di interrompere il rapporto.
Tutto si è mantenuto ma l’amore suo nei miei confronti si è dissolto per cause a me ancora ignote. Mi ha congedato augurandomi il meglio, sia dal punto di vista lavorativo, realizzando le mie aspirazioni, che da quello sentimentale, trovando la donna dei miei sogni, che, più ci penso più mi accorgo che sarebbe stata lei.
E’ passato più di un mese oramai, vivo la mia vita come sempre ma non c’è giorno che non desidero di riaverla accanto. Non abbiamo avuto praticamente più contatti, avverto solo da parte sua una voglia di stare da sola, anche se sa che potrei donarle tutto l’amore possibile, mantenendo sempre la mia vera personalità e non fingere un amore finto.
La tua canzone che più mi ha toccato e più rappresenta questa storia è “25 febbraio” a mio parere.
Lei che parte silenziosamente senza darmi la possibilità di farmi accorgere di nulla, abbiamo imparato ad amarci facendoci graffiare dal vento, ora ci ritroviamo soli avendo la possibilità di conoscere noi stessi meglio.
Alla fine nella canzone si scopre un sorriso nel cuore che sussurra che andrà tutto bene, qui con te, sempre con me.
Non so se tu hai attribuito lo stesso significato che ho dato io al testo, ma per quello che sto vivendo è quello che mi trasmette la canzone.
La mia domanda Francesca è: Come potrò accorgermi che in lei è spuntato questo sorriso? Come posso fare per farle capire che le mie intenzioni di avere un cuore in due non sono legate al mio egoismo di averla tutta per me, solo per un desiderio di possessione, ma sono legate al sentirci realizzati insieme vedendo altri mille cieli d’estate dalla nostra finestra.
Vorrei tenderle le mani al momento giusto in modo che il mio gesto possa essere una seconda possibilità, se così vogliamo chiamarla, e non un gesto che ci allontani definitivamente.
Lo so, non mi conosci, non conosci lei, noi non ci conosciamo, magari dalle parole che ti ho scritto non si capisce nulla, forse mi sono fatto trascinare solo da un momento di sconforto più grande di altre volte volendoti far immischiare in questa storia.
Non voglio una parola che mi tiri su il morale, vorrei solo un tuo pensiero, se veramnete credi agli avvenimenti che descrivi in “25 febbraio” e se si potranno mai realizzare per una storia comune come la mia, dove a farla da padrone c’è un amore mio nei confronti di Camilla più forte di quanto potessi immaginare.
Comunque sia, grazie, con le tue canzoni hai saputo parlare dell’amore in una maniera unica e speciale facendomene scoprire lati di cui prima ignoravo l’esistenza, mi hai aperto gli occhi su molti aspetti.
Buonanotte.
Alberto

Ciao francy,non sai quanto mi fai star bene tu nel leggerti, in questo periodo non troppo bello per problemi economici e di lavoro, mi rifugio molto nei tuoi scritti e nelle tue canzoni…….grazie di esistete piccola mia,…ti voglio un mare di bene ..,.alby

È incredibile come la tecnologia sia fondamentale nella nostra vita. Poi ci sono le persone che dicono che sia inutile, uno spreco di tempo.
Io sono dell’idea che sia molto utile, puoi trovare di tutto su internet, ci si può arricchire e si può comunicare. Certo un rapporto non può basarsi solo su questo scambio indiretto, una persona, per amarla, bisogna vederla, parlarci di persona e ascoltarla.
Però i messaggi possono essere un buon punto di approccio iniziale.

Ciao Francesca, finalmente trovo un po’ di tempo per scrivere sul tuo blog. Che vecchio che mi fai sentire! Mi hai fatto ripensare a quando ho incontrato la persona che adesso è mia moglie. Era il lontano 1995, ed eravamo in estate, al mare. All’epoca i cellulari praticamente non esistevano, c’erano dei modelli primitivi posseduti da pochissime persone ed erano molto costosi. Internet era agli albori (se non ricordo male quell’anno usciva la prima o una delle prime versioni di Internet Explorer per Windows) e non ce l’aveva praticamente nessuno. Quindi tra noi ragazzi ci si sentiva al telefono fisso o da qualche cabina telefonica e si avevano dei punti fissi di ritrovo, come ad esempio: davanti a scuola, al bar o all’inizio del viale principale della città.
Un giorno di fine giugno mi trovai con la compagnia dell’epoca al solito posto al mare (ho la fortuna di abitare in una città che si affaccia sul mare). Quel giorno un’ amica porto’ con se una ragazza che non conoscevo, mai venuta prima. Dovevamo iniziare una partita a carte e questa amica ci presentò: “questa comunque è Paola…” mi disse. Da quella volta, con quella che comunque è Paola ci siamo visti praticamente ogni giorno.
Non esistevano gli sms, niente WhatsApp, niente social, niente emoticon. Solo sguardi, lunghe passeggiate, tante partite a carte e telefonate. A questo proposito me la ricordo ancora la prima telefonata a casa sua, dopo che con una scusa riuscì ad avere il suo numero di telefono. Ovviamente rispose suo padre…”Buongiorno, mi chiamo Stefano, c’è Paola?” e lui “Stefano chi??” ? Evvai! Iniziamo bene pensai. Altro che messaggini privati su whatsapp! A casa avevo il telefono in atrio, che quando parlavi ti sentivano tutti (e dopo mi chiedevano come mai fossi timido…). Era uno di quelli col disco (forse cara Francesca l’avrai visto da tua nonna) che per comporre il numero stavi mezzora.
E poi come dimenticare le cassette musicali ascoltate nel walkman in mezzo a noi, seduti da qualche parte, con le cuffie condivise (un auricolare a testa ?) ad ascoltare Annie Lennox con No More I Love You’s, o i Take That con Back For Good, o ancora Bon Jovi con Always (che romantici) ?.
Con la lacrimuccia che scende per un po’ di nostalgia, ti saluto e ti ringrazio per lo spazio concesso. E complimenti per il tuo ultimo singolo Io Non Abito Al Mare e la splendida persona che sei. Ciao! ❤️

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