Il coraggio di essere antieroi

Sono andata al cinema (anzi, al cinemino per l’esattezza) a vedere (e aggiungo i verbi guardare, osservare e ascoltare) un film.
Chi mi conosce sa quanto ami il cinema e per chi non mi conosce beh, sappiate che sono in fissa, della serie che alle superiori andavo alla rassegna giapponese del lunedì, a quella del film d’essai il martedì, poi il giovedì al multisala per andare a vedere qualche novità e poi domenica pomeriggio Marvel o Disney addicted a seconda delle uscite. Sogno di scrivere colonne sonore per il cinema da quando sono piccina e vabbè, l’ho detto mille volte. Veniamo a noi!
Ammetto che ora ho meno tempo ma cerco di tenermi sempre aggiornata. Per questo sono andata a vedere “Copia Originale” (e qui potrei riaprire il capitolo dei mille “ma perché i titoli tradotti in italiano sono così brutti?” visto che il titolo iniziale sarebbe “Can you ever forgive me?” che suona molto ma molto meglio ed ha un significato un po’ più profondo).
Comunque, il film è ispirato all’autobiografia di Lee Israel, biografa in declino che decide di falsificare e contraffare lettere di celebri scrittori per guadagnarsi qualche soldo e pagarsi l’affitto. Lee ama scrivere, ed è bravissima a farlo, anche se ha un carattere un po’ scontroso e solitario, beve tantissimo, si trascura e dice un sacco di parolacce, il che la porta a non essere troppo ben voluta dai colleghi di lavoro e dalla sua agente, e anche per questo viene licenziata.
Ciò che però mi ha profondamente colpita ed esaltata non è tanto la sua storia e le sue abitudini, senza dubbio in parte discutibili, ma il fatto che sia stato fatto un film su una personalità così esuberante, politicamente scorretta ma pur sempre VERA.
Il fatto che il grande schermo lasci spazio ad una persona a tutto tondo (e non il classico “personaggio”), forte, con pregi e difetti (che lei stessa ammette di avere e non avere), una persona fatta di luci e ombre, un antieroina, ovvero senz’altro non un canonico Hercules, piuttosto un Ulisse un po’ più punk o un po’ più incosciente, insomma, una persona che sbaglia che dice “cacchio quando sbagliavo mi sentivo viva però so che non ne è valsa la pena e mi rendo conto di aver sbagliato” è bellissimo.
Andate a vederlo!

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

10 risposte su “Il coraggio di essere antieroi”

bella descrizione. Devo ancora vederlo. Continua a scrivere e a veder film. Anche a cantare. Insomna a vivere:)

Non ho visto ancora il film di cui parli, però un effetto simile me lo ha fatto “Tonya”. Anche lei personaggio piuttosto negativo, ma al quale si finisce per volere almeno un po’ di bene. E pensare che da piccolo quando venne fuori quel fatto di cronaca che sconvolse il mondo del pattinaggio e dello sport in genere, provai vero e proprio odio per la protagonista. Il film è servito a rendermela più umana e mi ha fatto provare persino compassione per la Harding. La pattinatrice “cattiva”.

il pensiero di un antieroe

non mi sento nobile tanto da nominarmi autonomamente da solo, ma il coraggio del infamarmi incoronandomi da solo non mi è mai mancato, sono un antieroe di questo sono sicuro. Ho una certa fibra morale anche se spesso viene meno, v’é anche un discreto odio per me stesso che sa di rancore e che mi permette con l’esperienza di me di prendere la decisione sbagliata e ciò mi porta sempre da qualche parte, l’ho già fatto e posso farlo ancora quindi decido di farlo spesso e volentieri… ogni volta che penso di poterne avere qualcosa. Sono incattivito dalla vita, da quello che mi è sucesso e da quelle che sono state le mie mancanze. Decido quindi di tenere un occhio di riguardo verso me stesso: cercando di impedire che delle cose sucedano, rifiuto il destino; mi curo di tenere sempre qualcosa per me che possa ricordarmi che sono quello che decido di essere: mi rifiuto da solo. Ho paura, di me; di quello che mi direi se le cose fossero andate diversamente di quello che sarei potuto essere e del mio stesso giudizio, perchè è l’unico che accetto; nemmeno dio ha più diritto su di me. Ho paura di amare, perchè ho imparato a perdere e ciò che mi resta non mi piace, semplicmente non mi basto. Sono un antieroe però esito, ho una mia storia: ogni scelta che mi ha permesso di essere me stesso; esisto quindi ho un influenza sul mondo e finche egoisticamente difendo chi è come me da se stesso, permettendoli di combattere con me; che sia contro o al mio fianco. Corromperò chi sceglie di sbagliare insegnandoli l’odio, perchè possa sempre proteggersi dal mondo rifiutandolo. Repellirò chi vuole credersi puro perchè possa imparare da me cosa non essere. Ho la mia giustizia ed il mondo è sbagliato, ma chi vivra con me potra nascondersi dalle false illusioni del mondo facendo muro delle mie forti verità, che io ho condiviso con lui e io faro lo stesso costurendo la mie superbia con le sue paure. che ora sono mie. Il mondo è ingiusto non si cura di chi come noi ha deciso di pensare solo per se con chi come lui, vuole dividerci ha paura: il mondo è il nostro nemico ma le sue leggi vengono meno a noi e a ciò che insieme siamo capaci. Sono un antieroe e non morirò in favore di qualcuno ma sopravviverò ed arriverò a festeggiare con chi come me sarà li a festeggiare con me, fratello ed antieroe. Non mi interesso di chi fa di virtù ebrezza della sua vita, ho già conosciuto i piaceri del alcol e ci sono quelli della carne per chi riempie la propria vita conoscendo il prossimo per cercare di sentire il calore di una persona; a chi cadrà per proteggere qualcosa in qui non cr3do ho solo una promessa: non piangerò le vostre morti ma brinderò alle vostre tombe il giorno che gioierò di ciò che avete saputo difendere.

Ho recuperato questo film appena ho potuto, l’avevo già adocchiato ma la promessa del post qua sopra di un personaggio che potesse descriversi più di ogni altra cosa vero lo ha reso irresistibile come la voglia dire la mia. Va bene il protagonista è una stronza per natura ma voglio pormi una questione filosofica sul suo operato; falsificava lettere di scrittori famosi, lettere personali con qui i fan possono conoscere i propri eroi e cercare di somigliarli un po’ di più… somigliare a persone morte magari da un po’ con qui non potranno, diciamo mai avere un confronto reale. Ma quello che lei veramente vendeva erano si le loro lettere ma spesso se non modificate addirittura inventate. Vendeva se stessa, il suo modo di scrivere le loro lettere e di immaginarli… la domanda è “potranno mai perdonarla per non essersi presentata con il proprio nome? dopo averla amata cosi tanto nei suoi scritti potranno mai perdonarla di aver mentito su se stessa dicendo di essere un altro?

Siamo tutti degli antieroi. Chi di noi, magari a causa di precedenti esperienze negative, non ha mai compiuto gesti politicamente scorretti? Per opportunismo o per necessità siamo stati tutti ostili a qualcuno almeno una volta nella vita.

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