Il profumo del pane dall’altra parte del mondo

Il mercoledì è fatto di finali di Coppa Italia, lettere del blog o altre cose speciali.
L’altro giorno ho letto un articolo bellissimo sul Corriere e volevo condividere con voi quello che ha impresso in me e invitarvi a leggerlo.
C’è un verbo latino che si chiama “habeo”, e a scuola ti insegnano che è il verbo avere. Però Alessandro D’Avenia ha fatto giustamente notare che habeo ha dato origine al nostro verbo “abitare”, quindi il vero senso di abitare sarebbe “continuare ad avere”.
Cos’è per me abitare? Dove abito?
Me lo chiedo praticamente tutti i giorni e, ormai da un po’ di anni, non so rispondere. Mi sposto continuamente, e ho sperimentato e provato quello che è crearsi una casa dentro se stessi, abitare nella propria energia, nella propria creatività, nei propri ricordi e sentimenti.
Ci sono cose a cui siamo legati ovunque, quel “profumo del pane dall’altra parte del mondo”, la tapioca che quando trovo in giro mi ricorda la comunità ghanese a cui voglio un mondo di bene e dove sono cresciuta, il colore degli alberi dopo che è piovuto, le lentiggini delle persone per strada, e tutte quelle piccole cose che è bello cogliere per vivere nella felicità di ogni giorno.
È tosto mettere in pratica questa visione del mondo, questo abitare ovunque, nel viaggio e nel proprio nido di affetti. È difficile soprattutto perché l’arte è quello che permette questo modo di vivere, e l’arte sta cambiando. Ho scritto “comunicare” perché sento che non sappiamo più comunicare davvero. Parliamo solo di noi stessi e, nonostante si possa ormai ascoltare di tutto ovunque, non ascoltiamo più niente.
Sarebbe tanto bello provare, già da domattina, a ritrovare la bellezza che è nell’uomo, e non nella “bellezza” in sé. Siamo tutti stupendi, diversi, particolari, e abbiamo tutti una casa dentro di noi con sedici galassie. Siamo reali, siamo quotidiani come le cose semplici, che sono le più speciali. Torniamo a guardarci negli occhi e a ridere di gusto, torniamo a fare le coroncine di margherite.

Piccola filosofia per matti – Alessandro D’Avenia

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

12 risposte su “Il profumo del pane dall’altra parte del mondo”

A chi lo dici, io ormai sono sette anni (e di nuovo carriere intrecciate ahah) che giro per l’Italia anche se spero che Mogliano Veneto sia la destinazione definitiva!più che il profumo del pane ormai sono abituato a vedere galline e galli attraversare la strada (non scherzo, siamo in campagna).
A Cremona penso di esserci ma arrivo il giorno prima in modo da visitare città e Museo del Violino, spero che replicherai l’unplugged fatto in tour perché è stato un momento magico, Francy.
Good night

Sono importantissime le cose speciali che entrano a far parte della quotidianità e regalano felicità anche quando magari non dovremmo provarla guardando alle altre cose della propria vita e del mondo che non piacciono. Io penso che si abiti veramente dove si può essere pienamente se stessi: nella propria mente, in qualcosa che aiuta ad esprimersi (per me è scrivere), in tutto ciò che si può scegliere, che non dipende da nessuno e che nessuno può togliere, nei propri ricordi quando, facendo un’immensa fatica per indole, si provava a vivere seguendo quello che si sentiva dentro ma c’era sempre chi toglieva quella libertà in tutto; a volte si può essere pienamente se stessi con pochissime persone o solo con una persona, perché è quella che dà libertà, che ti ascolta, che ti capisce, che ti sostiene, con la quale parlare sempre liberamente, che ti avrebbe aiutata a diventare quella che avresti voluto essere, a fare ciò che sentivi, a vivere la vita facendo scelte, sbagli, esperienze, a superare paure, insicurezze, tristezze vissute. È molto bello saper cogliere le piccole cose, coltivare tutto quello che dona felicità per rendere migliore ogni giorno e le piccole cose per le persone molto sensibili e che non hanno cose molto importanti, sono tutto. È importantissimo comunicare: se non lo si fa è come non esserci. Ciascuno ha il modo più adatto a sé per farlo: parlare, scrivere, attraverso l’arte…Tu nelle tue canzoni, in questo tuo blog, sui social riesci a comunicare davvero e sempre nel migliore dei modi e sai ascoltare: sei la numero 1 anche in queste cose!!! É molto bello seguirti e scriverti qui e su Instagram!!! Commovente e dolcissima la parte finale di quest’altro tuo meraviglioso scritto: chi si accorge delle cose importanti sulle quali nessuno si interroga, chi vede le cose nel modo più intelligente, chi sogna moltissimo, chi dà valore alle cose vere della vita, chi si accorge delle piccole cose, chi dà importanza ai sentimenti e all’amore vero, chi si fa tantissime domande e cerca le risposte, chi cerca sempre di dare un valore alla propria vita perché ha sempre pensato che non ne abbia, chi pensa che i più piccoli e umili siano i più grandi, chi ha un mondo dentro di sé che rende più ricca la vita propria e quella degli altri, chi vive e fa tutto seguendo sempre il bene, chi non fa mai del male a nessuno, chi cerca di contribuire a rendere migliore il mondo con le parole e i fatti, chi cerca sempre di trasformare la sofferenza che ha vissuto solo in cose belle e non fa soffrire nessuno oggi è considerato un po’ matto, ma è meglio essere considerati un po’ matti che fare le cose opposte per essere considerati “normali”. Grazie anche per la condivisione delle tue letture: bellissimo l’articolo sul Corriere di Alessandro D’Avenia! Ciao Francesca! ?Una tua fan per sempre.

Superwoooowww queste si che sono belle riflessioni ! stasera non parlo di calcio..sono milanista e nel momento in cui sto scrivendo la Juve ha appena fatto 3 gol più o meno nel tempo che ho impiegato a scrivere la prima riga!! cioè ,qui ho quasi paura a scrivere la seconda riga !!!
Comunque è moolto interessante quello che scrivi perchè io penso spesso a questo: ovunque è casa,l’ universo è la mia casa.A me piace pensare che la mia casa sia tutto l’universo… alla fine siamo in viaggio anche stando fermi..la terra gira su se stessa e intorno al sole..il sistema solare gira intorno al centro della galassia ..il punto fondamentale è riuscire a stare bene con se stessi (che secondo me potrebbe essere simile a quando tu scrivi crearsi una casa dentro se stessi, abitare nella propria energia) perchè chi sta bene con se stesso può stare bene con gli altri,comunicare,condividere e ascoltare.Ovviamente ci sono luoghi e persone a cui siamo più legati, ma sarebbe bello se si riuscisse a trovare in ogni persona che incontriamo,in qualunque posto del mondo ci possiamo trovare,almeno una buona qualità e un punto di contatto,chiunque può avere qualcosa da insegnare e trasmettere.Alla fine siamo tutti abitanti dello stesso pianeta ..i confini territoriali dallo spazio non si vedono..stiamo viaggiando tutti insieme (mi piace pensare che la terra sia una grande astronave che viaggia nello spazio infinito..). No va bene tutto ma autogol di Kalinic non si può vedere!!! Comunque dai sono sportivo,complimenti alla Juve ..anche se una coppettina ce la potevate lasciare..!!
Bene Francesca ti saluto,grazie per queste belle riflessioni,questo blog mi piace sempre di più e il 25 verrò quasi certamente al Magnolia all’idroscalo evvaiiiii

Ciao Francesca,
il profumo dei propri ricordi, delle cose semplici, soprattutto quelle visioni di bambino, che ci affascinano restano legati per sempre dentro di noi. E possiamo riviverli grazie a un suono, a un’immagine, alla brezza che ci sfiora in una giornata di sole e mille altre cose che uno schermo non può catturare.
Non c’è niente di più profondo e intimo della casa che abbiamo dentro di noi, la nostra anima. E come è difficile aprirla al mondo, perché il mondo oggi non la considera, perché ci sentiamo troppo indifesi con quella porta anche appena socchiusa.
Io, ogni volta che voglio rimettere piede in qualche stanza di questa bellissima casa, metto le cuffiette e ascolto… una canzone, una frase di un film, fino addirittura all’inno di Mameli che in questi ultimi anni per me ha acquisito molti significati e luoghi.
La tua casa è dove la tua anima si può riposare, dove non serve chiudere a chiave certi ingressi.
Un abbraccio.

Dear Francesca, sorry for writing in English but I cannot do it in Italian. Congrats for your text! I do agree with you that to inhabit oneself is to constantly search for who we are, what we are feeling in a very moment, to be in touch with himself. And I do think that only who is genuinely capable to do that, will be able to listen respectfully to the other, respecting his differences and his otherness. Warmly, Ruggero

torniamo a guardarci negli occhi ,ridere di gusto e fare le coroncine di margherite….questo e’ tutto,questa ultima frase e’ filosofia,cose semplici(qualcuno dira’ di una volta),ma cambierebbero il modo e l’umanita’ fara’ veramente la differenza….i love francy

Tu usi una forza nelle parole che usi qui e nelle tue canzoni sono potenza.
Lanci messaggi semplici che riusciamo poi a portare con noi, messaggi che riusciamo a trasmettere ad altri.

Ciao Francesca, la verità è che puoi abitare, avere o appartenere che tu voglia a qualsiasi cosa o persona in qui tu riesca a vederti. Solo avendo una visione ampia del mondo e completa di te puoi abitare qualunque cosa; perché cosi sai cosa sei e in quante ti ritrovi. Ma la completezza va lasciata a gli intellettuali pieni di se da ogni cosa che conoscono, che per quanto nobile e vera non sarai mai la gioia degli stolti; gioia che non ha fondamento alcuno ma che viene dalla possibilità, persistendo nella volontà, della sua esistenza. Perché Dio nella sua divina sofferenza e onnipresentemente solo ma noi umani abbiamo un solo destino, quello di condividere. E se mentre un esso è un valore infantile viene spontaneo accrescerlo, al fine di se stesso, appunto condividendo con chi come te ha piacere confronto con gli altri. Ma col tempo il mondo ci cambia, ci offre prospettive diverse è impari che per quello che sarebbe un male, nel immaginario comune, c’è comunque un bene; in questo caso parlo della gelosia. Gelosia legata al senso di possesso che per quanto lo si voglia rifiutare appartiene al uomo ed è giusto; perché puoi abitare ovunque quando la tua vita e piena d’amore e condividerla nella sua interezza con tutti coloro che bramano di dividere qualcosa con te che sia un pensiero, un momento o un emozione. Un giorno si cresce e ci si accorge che una parte di noi non è per tutti ed è quella parte di te che vorrà abitare una persona sola e che il mondo per quanto bello, grande o vario che sia non potrà competere con ciò che quella persona rappresenterò per te. La decisione proprie e spontanea della rinunzia alla propria libertà non per mancata fiducia ma per semplice quanto totale realizzazione di se.

Scusa, forse non mi sono espresso bene: per unplugged intendo quando hai cantato senza microfono e la band ti seguiva, baci

Un mare calmo interrotto da lampi e pioggia, rumori e sensazioni incontrollabili che generano l infinito un tutt’uno inspiegabile ma mai come te

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