Tesi: il seme

Mi sarà successo almeno una decina di volte di ricevere in regalo per Natale o per il compleanno un seme o una manciata di semi, spesso di girasole, come fossero un segno, il segno, e l’evidenza, che devi piantare qualcosa, coltivarlo e averne cura, per poi vedere un fiore. Una metafora della vita e di tutte le cose che decidiamo di perseguire.

Costanza è il mio secondo nome, o meglio, è il nome che avrei dovuto avere al posto di Francesca, non presente all’anagrafe ma amato da tutti i miei amici e conoscenti.
Peccato che il nomen omen latino non mi rappresenti affatto in tal senso, e quindi per fortuna il mio nome alla fine è stato Francesca.
Perché sì, non sono mai stata una persona costante. Infatti ho fatto tantissime cose in questi 21 anni, a 3 anni già leggevo e scrivevo, ero precoce per certi versi, molto curiosa, ma al contempo non sono mai riuscita ad eccellere davvero in qualcosa perché volevo sapere tutto e a concentrarmi su una cosa sola non se ne poteva parlare.

E quindi no, non c’è mai stata in me l’inclinazione per il giardinaggio nonostante la mia casa si sia trasformata per passione della madre in un centro botanico, e penso a questo punto possiate già intuire se io quei semi li abbia piantati o meno. Allora, alcuni li ho piantati davvero, ma mi sono dimenticata di innaffiarli.
Altri li ho anche innaffiati ma li ho ubriacati d’acqua facendoli marcire.
Mi hanno anche regalato un bonsai l’anno scorso ma non so manco dove sia finito.

Eccomi qui ora, ho 21 anni appunto, e a 21 anni non sei più un ragazzino, ma nemmeno un adulto navigato, e io non ho fatto fiorire nemmeno un seme.
Ho lasciato tante cose a metà e mi sono resa conto di quanto la pigrizia ci rovini l’esistenza e ci limiti più di qualsiasi altra cosa.
Sì, lo voglio ammettere, ho dato per scontati quei semi, a volte ho pensato che tanto se la sarebbero cavata da soli, ho pensato che alla fine mica li avevo scelti io. Ma quando ragioni così con un piccolo seme, allora come puoi reagire con le grandi querce? Le grandi querce della vita.

Un seme è una possibilità, e sbagli a pensare che sia solo del seme. È soprattutto una possibilità per te stesso: è una possibilità di amare e metterti in gioco, di costruire.
Un mio amico direbbe che costruire non è solo l’entusiasmo della partenza, perché sì, appena arriva una novità, siamo bravi ad abbracciarla e a dire che ci stiamo dentro, ma poi siamo volubili, ci dimentichiamo, ci annoiamo. Ed è tragico, per me, ma è anche reale, e succede sempre.

Ma ora questo seme è la mia missione, e la voglio rispettare e portare a termine, con la gioia dell’inizio, la malinconia mista a soddisfazione della fine, sì, ma anche tutto il meraviglioso viaggio, una semiretta, una linea compresa tra due punti, che anche se sarà travagliata, andrà vissuta tutta.
Ora prenderò questo seme e gli vorrò bene. Lo pianterò in giro per l’Europa per condividere un messaggio, “può crescere dovunque…”.

E io non vi so dire il senso della vita e nemmeno vorrei saperlo, già, a quest’ora della giovinezza, quando la luce dell’alba è troppo forte, è mattina e le palpebre fanno fatica ad aprirsi, quando gli occhi dei bambini ancora non hanno scelto il loro colore definitivo, però forse, e ripeto, forse, ognuno nel corso della propria esistenza può trovare un motivo d’essere piantando domani un seme. Anzi, piantandolo subito.

Quando sembra tutto confuso, quando ci si sente dispersi, quando la realtà ci appare buia, quando di speranza ne è rimasta poca, piantiamo un seme.
Forse è da matti, sarebbe meglio nascondersi, no? O ignorare il tutto. Invece piantiamo un seme. Perché il seme è piccolo e non fa rumore, ma affonda le radici in profondità ed è pronto a elevarsi al di sopra delle cose brutte.
Quando la vita fa male, e fa male tante volte, possiamo solo rispondere con più vita.

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

18 risposte su “Tesi: il seme”

Il blog del mercoledì ormai è un appuntamento fisso, apprezzo questo tuo modo di aprirti con noi fan per raccontarci qualcosa di personale.
Quello che voglio scriverti lo sanno in pochissimi (la mia famiglia e la mia amica del cuore).
Qualche tempo fa ti scrissi che Distratto ha addolcito una mia degenza in ospedale, beh quella volta sono stato ricoverato d’urgenza, stavo per MORIRE a causa di una varicella degenerata in polmonite fulminante con la febbre altissima e disidratato (tre settimane di malattia!)già conoscevo il tuo singolo ma sentire quella canzone in quella circostanza mi ha dato la forza di reagire (per me e la mia famiglia, logicamente, ma anche per vedere i tuoi successi, mi son detto se esco vivo da questo ospedale sta ragazzina la seguirò).
Ti voglio un mondo di bene, non cambiare mai!
Claudio
P.s. Nemmeno io sono mai stato un tipo costante (tranne nel mio voler diventare maestro) hai il mio stesso carattere

Mezz’ora che ho letto il post e mezz’ora che sto riflettendo sulle tante cose che ho fatto per poi lasciar perdere. Mi son sempre detto che forse non erano così importanti, che bisognava iniziare un sacco di percorsi per esser certi di quale fosse quello giusto. Spesso però è solo un alibi, una storia che ci raccontiamo per non ammettere di essere incostanti. Sai cosa? Anche i percorsi incompiuti ci hanno arricchito e contribuito a renderci le persone che siamo, per cui sganciamoci dal passato e abbracciamo il presente. Oggi è un giorno buono per piantare un seme e prendercene cura. Oggi è un giorno buono per diventare più costanti.

ti ho gia’ risposto sulla tua pagina facebook,ma qui voglio partire dalla fine del tuo bellissimo racconto,quando la vita fa male,dobbiamo rispondere con piu’ vita.ed e’ quello che sto vivendo in questo periodo e tu cara francesca hai azzeccato con questo finale quello che molte persone ,specialmente giovani come te,stanno cercando di sperimentare,avere piu’ voglia di vivere per non cadere nelle tenebre e pensare che la vita e’ inutile ,,mai perdere la speranza e la voglia di vivere ,anche se la vita ti gira le spalle,,auguri per l’europa francesca ,quel seme crescera’ ,germogliera’ e i tuoi successi lo faranno diventare una quercia,e noi annaffieremo sempre questo albero seguendoti e sostenendoti sempre ,perche’ lo meriti ,sei tutto, sei unica cara peach,

Spesso mi ritrovo a leggere le tue parole sia su qui, sia su facebook, e ogni volta mi sorprendi con le tue idee, le tue metafore, i tuoi modi di dire le cose, la tua spontaneità… Spesso mi ci ritrovo anche nella frasi che scrivi, forse perché avendo la stessa età stiamo passando lo stesso momento temporale della vita. Per molti aspetti mi sento molto simile a te, mi ritrovo nelle tue canzoni attraverso le quali sai descriverti perfettamente.
Continua così che vai davvero forte!
Ciao Francesca, see u soon 🙂

Molte cose ho lasciato perdere nel tempo ma in quel tempo se non le avessi fatte le avrei sempre rimpiante, quindi è sempre bene iniziare una cosa se poi la lasciamo, pazienza l’importante è averci dedicato il nostro tempo con curiosità e passione.

Lettera a Francesca

Ti conosco. Si, io ti conosco
Nella Ragazza con l’orecchino di perla….. io ti conosco
In un ponte sacro alla patria….. io ti conosco
In un compito consegnato in bianco….. io ti conosco
In un “LA” a 439 contro Mozart e Verdi a 432….. io ti conosco
In un “Musica sopra ogni cosa: e perciò preferisci il ritmo impari più vago e solubile nell’aria, senza nulla che pesi o posi”…..io ti conosco
In un indaco che non viene mai….. io ti conosco
Nell’emozione che ti pervade nel tempio di una Fenice rinata ancora….. io ti conosco
Nei saliscendi delle scale su cinque righe….. io ti conosco
In una domenica di musica e confidenze tra dita e tasti….. io ti conosco
Non è nel seme preso la certezza, ma in quel che ci vedrai la tua carezza
In tutto questo io ti conosco
anche se non ti ho mai incontrata.

Eccomi, un’altra a cui sono sempre piaciute troppe cose, mai concentrata veramente su una di queste, che legge e scrive dal ’98 🙂 e da quasi 21 anni di qualsiasi cosa si tratti vado a sbirciare sempre la fine, prima di leggere l’incipit. In realtà lo faccio in generale, immagino tutto realizzato senza mettere in conto la fatica di cominciare, che si nasconde sempre dietro l’entusiasmo. La curiosità mi ha fatto piantare tanti semini, o almeno mi ha fatto provare a farlo, ma proprio come racconti tu, quasi nessuno dei germogli è spuntato. Perché, in fin dei conti, non abbiamo noi stessi la consapevolezza di un seme? La consapevolezza di un seme di girasole, di quelli che regalavano a te, che sa che diventerà un girasole. Solo che, a volte, prendiamo questo seme e lo calpestiamo: “non interessa a nessuno cosa diventerai”, “rimando a domani”, “non sopravvalutarti”, diciamo.
Quando posso do una mano con i corsi di ginnastica nella palestra in cui mi allenavo, mi sto accorgendo che le mie meravigliose bambine si aggrappano ai semini che ogni tanto lascio in giro inconsapevolmente e ce ne prendiamo cura insieme. Non so perché ma credo che sia quello che un po’ fai tu con la musica, con noi.
Mi sono sempre chiesta “ce la farò?” ma soprattutto “a fare cosa?”. Tu, almeno per adesso, hai una risposta a queste domande “Condividere un messaggio” . Spero che questo seme piantato già da un po’ continui a trasformarsi in qualcosa di meraviglioso, ogni volta diverso e speciale. Non potrebbe che essere così.
In bocca al lupo!

Cara Francesca, come per molti dei tuoi fan, anche per me quello con il blog del mercoledì sta diventando un appuntamento fisso. Quello che mi colpisce e sorprende ogni volta sono la maturità e la profondità delle tue riflessioni, il modo in cui riesci a essere diretta, originale e assennata nell’affrontare problemi che ti stanno a cuore, riuscendo a parlare al cuore di tante persone, creando empatia e mostrando aspetti della tua personalità che restituiscono la complessità del tuo carattere, la tua vitalità e la tua capacità di osservare il mondo e te stessa con uno sguardo personalissimo. “Quando la vita fa male, e fa male tante volte, possiamo solo rispondere con più vita” è una frase bellissima e molto simile alla battuta finale di un testo teatrale che amo molto, Angels in America di Tony Kushner (non so se si tratti di una citazione voluta o meno). Purtroppo è vero che spesso e volentieri l’indolenza, la paura di sbagliare o la semplice superficialità ci portano a compromettere cose belle, a tralasciare semi che abbiamo piantato e che per le nostre mancanze, volontarie o meno, non vedremo mai crescere. Quello che conta però è la volontà di rimettersi sempre in gioco e mi pare sia questo il senso di questo tuo post: prendere coscienza dei propri limiti e cercare di superarli, impegnandosi a fondo per dar vita a qualcosa di nuovo, di importante e duraturo, da far nascere, ma anche da accudire strada facendo, dedicandoci anima e corpo perchè tutto ciò che conta davvero comporta impegno e sacrificio. E’ davvero una gioia leggere certe cose scritte da una ragazza di 21 anni, di rara intelligenza e rara sensibilità. Come ho detto altrove, la tua carriera ti riserverà tante soddisfazioni e sei destinata a diventare una grande artista: quello che conta di più è però il fatto che stai diventando una bella persona, giorno dopo giorno. Continua così.

Mi consola sapere che persino tu hai lo stesso problema e lo stesso dilemma. Quante cose, lette in questo blog, dovrei imparare da te. In verità, sono poco più grande di te e queste cose le ho pensate anch’io, dentro di me le so ma leggerle anche da te le riporta alla mia mente con ancora più forza. Ho lo stesso problema perchè l’idea di concentrarmi anima e corpo in qualcosa mi fa temere di perdermi tante altre cose, ma al contempo so che per riuscire a costruire davvero qualcosa ci vuole tempo e impegno, e soprattutto costanza.
Naturalmente ci sono delle passioni e dei sogni che porto avanti da tempo, ma non mi rendo conto se sto davvero costruendo qualcosa, nessuna di loro mi sembra stia cominciando a prendere davvero una forma definita. Allora io ci provo, provo a individuare quale tra le tante strade è quella da intraprendere seriamente (senza però dimenticare mai del tutto le altre), ma sono ancora accecato dall’alba, come dici tu, e non riesco a vedere dove potrebbero portare quelle strade; e forse è naturale che sia così ma allora tanto vale sceglierne una a caso e lasciare che il destino faccia il suo corso, però così si torna all’apatia di partenza!
Tu grazie a XFactor sembri aver trovato la tua strada maestra e, a quanto so, un po’ è stato il fato a portarti lì. Spero di ricevere presto anch’io un segno che mi indichi la strada o che la luce si attenui un po’ per permettermi di vedere e scegliere con consapevolezza; e quando accadrà sono pronto anch’io a prendermi cura di quel seme e coltivarlo fino a farlo diventare una robusta quercia. Speriamo di riuscirci entrambi.

“Quando sembra tutto confuso, quando ci si sente dispersi, quando la realtà ci appare buia, quando di speranza ne è rimasta poca, piantiamo un seme.
Forse è da matti, sarebbe meglio nascondersi, no? O ignorare il tutto. Invece piantiamo un seme. Perché il seme è piccolo e non fa rumore, ma affonda le radici in profondità ed è pronto a elevarsi al di sopra delle cose brutte.
Quando la vita fa male, e fa male tante volte, possiamo solo rispondere con più vita.”

E’ praticamente quello che sto vivendo io negli ultimi mesi, quest’ultima parte che hai scritto è davvero meravigliosa.
Oggi non sono neanche di buon umore, è proprio vero che la vita fa male.
Buona giornata Francy
come sempre un gran bel blog! un abbraccio!

Quanti bei pensieri chiusi nel cassetto che riesci a far uscire fuori come i tuoi oramai tanto conosciuti palloncini rossi! Quando la giornata è un po dura e bisogna un po distogliere la mente dai mille pensieri di casa,lavoro,famiglia c’è la musica e il blog di Francesca! Mi piace come scrivi, come sai esporre le tue tesi e come sai esprimere le tue incertezze e l’ ansia per ciò che ti aspetta più avanti nella vita e i buoni propositi, sai esprimere e descrivere così bene i tuoi 21 anni che i ragazzi ci si trovano, sei una di loro, un’ amica. Spesso rivedo in quello che scrivi il me giovane ( purtroppo il tempo passa, sic!) anche se ero all’epoca decisamente più un mezzo impiastro rispetto a te.

Avevo letto questo blog già qualche giorno fa , ma non ho scritto nessun commento, quando si ha poco da aggiungere meglio aspettare di aver qualcosa da dire(tu la pensi allo stesso modo, mi pare).

La settimana scorsa sono stato per il week-end a Firenze con la famiglia al completo, moglie e figlie, c’era qualcosa da festeggiare, i 25 anni di matrimonio, la laurea della figlia maggiore, è stata una full immersion tra le meraviglie che tutti noi conosciamo.
E circondato da giovani comitive, famiglie con bambini, gruppi numerosi di ogni età ho pensato ai tuoi semi da piantare in giro per L’ Europa, come tutta quella gente che, per il solo fatto di essere li, di condividere il piacere di essere circondati dai tanti capolavori disseminati per la città insieme a tanta gente di ogni paese, cultura e religione, in realtà stava regalando semi a me e raccogliendo semi da riportare a casa come se quell’esperienza di viaggio lasciasse un segno, un idea da coltivare e far crescere, non ci sono gradi di separazione tra noi e gli altri nel mondo.
Condivido la tua idea che ogni seme è una possibilità,in realtà la possibilità di amare, vanno piantati sempre e dovunque ( De Andrè docet!) anche se si ha la certezza che non saranno mai come il fagiolo magico che cresceranno a dismisura fino al cielo, probabilmente qualche pianta non nascerà mai per la troppa aridità o la troppa acqua o durare un solo giorno, ma c’è anche la possibilità che diventino fiori magnifici e crescere per una vita intera.

In “Nata a Febbraio” ti feci gli auguri per Sanremo ed è andata benissimo ora ti auguro ogni bene per Stoccolma e non è detto che non vada altrettanto bene!

Ciao Peach! Nelle ultime due settimane ti ho un pó trascurata, purtroppo, ma l’ho fatto perché stavo proprio piantando un seme… Non ci crederai, ma questo tuo meraviglioso pensiero l’ho letto il giorno in cui tornavo a casa dopo quattro mesi lontana per lavoro e ci tornavo già con un po di nostalgia perché sapevo che a breve sarei ripartita per una nuova esperienza.. ero confusa e l’idea di iniziare una nuova avventura, scoprire una nuova cittá, conoscere nuove persone mi spaventava un pó, perché la nostalgia di casa superava anche la curiosità e l’entusiasmo di un nuovo inizio.. Ma Francesca le tue parole sono arrivate nel momento giusto ed erano proprio quelle di cui avevo bisogno. Quindi grazie perché anche se non lo sapevi, mi hai letto nel cuore e mi hai dato la spinta per lanciarmi in quest’altra avvventura con la consapevolezza che sto coltivando la mia passione ed i miei sogni e quindi devo dare il meglio di me ogni giorno. Adesso é giá una settimana che il seme é piantato e mi impegneró affinché cresca sano e rigoglioso. Grazie ancora Peach e complimenti per tutto quello che stai facendo! É vero che ti ho un pó trascurata, ma cerco sempre di rimanere aggiornata 😉 Aspetto di leggere il pensiero di questa sera. Ciao cara <3

Buongiorno Francesca Costanza, mi piacerebbe averti come ospite in una discoteca a Milano per la campagna elettorale delle elezioni amministrative di Milano se ti interessa fammi sapere

Ciao Francesca, io sono Antonio! Hai davvero dei pensieri bellissimi e interessanti, vorrei darti un piccolo spunto di meditazione sui semi. Tutto quello che occorre sapere su di essi ce l’ha detto nostro Signore Gesù Cristo, e l’ha fatto con una splendida parabola. Ora non ricordo i versi esatti del vangelo ma la puoi trovare cercando “parabola del seminatore. Gesù dice un po’ quello che dicevi tu. Ci sono diversi tipi di terreno su cui si semina. Il seme può cadere nella strada, questo avviene quando il mondo o il maligno ce lo portano subito via e quindi non può germogliare. Può anche cadere su un terreno pieno di spine, cioè un cuore pieno di preoccupazioni e confusione, in questo caso le spine soffocano il seme e non può germogliare. Il seme può anche cadere su un terreno sassoso, cioè in un cuore incostante, quindi non mette radici profonde e quindi germoglia ma alla prima difficoltà o prova della vita la piantina viene sradicata. In fine il seme quando cade su un terreno buono fruttifica e porta molto frutto. Ogni seme nel nostro cuore può essere piantato da Dio e allora occorre averne sempre cura perché poi alla fine della nostra vita egli ci chiederà cosa ne abbiamo fatto. Ma poi anche il maligno purtroppo pianta i suoi semi e quella è zizzania velenosa, quella invece occorre estirparla il più possibile con l’aiuto di Dio. Scusami per la mia lunghezza, ho voluto farti conoscere un po’ anche la mia esperienza di vita che mi ha aiutato tantissimo e lo fa ancora adesso. IL senso della vita è solo Dio, tutto il resto sono cose in più ma da lui veniamo e dobbiamo cercarlo, conoscerlo e amarlo fino all’ultimo respiro. Ti faccio tantissimi auguri e pregherò sempre per te e per il tuo cammino. ciao!

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