Verso il mare

Quando vivi e respiri le colline, desideri il mare.
Desideri scendere e andare a valle, seguire il fiume e la sua corrente, finché non sfocia in un grande, grandissimo blu.
Ma il mare no, non voglio viverlo. Il mare voglio solo sognarlo.
Nessuno vuole realmente trovare la pentola d’oro che sta sotto l’arcobaleno, però a tutti piace pensare che volendo la si può cercare.
Quando arrivo e sono davanti al mare, non so cosa mi possa aspettare.
Il mare ha il potere di concedere a chi lo contempla nuove speranze, nuovi sogni, nuovi viaggi interiori.

Sono nata sotto le montagne, sono nata guardando cime e boschi che cambiano continuamente colore. Ma l’azzurro l’ho visto sempre e solo sopra di me.
Non andrei mai via dalla mia tana sotto la montagna, sopra la collina, da cui posso guardare tutta la città che la notte brilla e sembra una grande costellazione impazzita.
Ma io segretamente sogno il mare. Lo vedo, oltre la città. E’ lì che mi aspetta.

Avere vent’anni è avere il mare davanti.
Avere vent’anni è salire su una barca senza vele e svegliarsi all’alba, correre verso il porto e guardare l’orizzonte.
Avere vent’anni è non conoscere la meta ma averla perfettamente sognata.
A vent’anni hai il mare dentro anche se non lo hai mai navigato.
A vent’anni il cuore tende verso il mare.

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

6 risposte su “Verso il mare”

Ho vent’anni e sono nato a 2 passi dal mare, mi capita spesso di sognare di tornare a casa e ancor prima di disfare i bagagli, correre a perdifiato come se la stanchezza non mi importasse, correre verso il mio mare.
Ritrovarmi in un immenso abbraccio con il gelido vento di febbraio che mi graffia la faccia e l’odore di salsedine che mi circonda. Lì dove la solitudine non esiste e il meraviglioso silenzio della risacca ti culla dolcemente.
Poi mi sveglio e sono ancora qui, in una grande città caotica e luminosa, che oscura le mie stelle, una gabbia grigia che mi tiene lontano.
Eppure lo vedo, il mio mare, oltre la città. E’ li che mi aspetta.
Ciao Francesca, il tuo racconto mi ha ispirato molto e ho pensato di scriverti un mio personale pensiero sul mare. Fammi sapere che ne pensi!

Ciao Francesca mi piace molto il tuo blog anche se lo scoperto da poco,comunque tutto quello che scrivi e bello ed ha un vero significato. Senti cosa ne pensi riguardo Sanremo 2016 parteciperai?

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