Merenda #8: We are the wild youth

*per merenda: una gricia (proibita) in un luogo ruspante a Roma sud.

Sì, io li amo i luoghi ruspanti. Sì, siamo in tour e la merenda è un rito non propriamente contemplato. Ma il ritorno nella capitale ci ha riportati in un luogo a me caro, dove non andavo dal mio compleanno. Già, il mio compleanno, quel 25 febbraio che sembra essere diventato una parola magica, una chiave, un ricordo, un giorno dove tutto è un po’ cambiato, 21 anni fa come quest’anno. Mi piace la gricia, forse è la versione culinaria romana di quello che sono adesso, cioè un’amatriciana che non è un’amatriciana, o una carbonara che non è una carbonara. Comunque è stato bello scoprire che questo è l’unico posto dove fanno il tiramisù uguale a quello di mia mamma. Basta un sapore che ritorni subito a casa, che ti ritrovi.*

 

Allora;

Oggi è il 29 ottobre, scrivo questo blog e dentro ho un’emozione molto strana, particolare, diversa dal solito. Non l’ho mai provata una cosa così, e forse ne sono anche felice perché significa che continuo a sorprendermi.

E’ da molto tempo che figuro questo 29 ottobre come la fine dell’anno. Come fosse un 31 dicembre o un 10 giugno. Cioè, è la fine di un progetto, il capolinea. Domani ci saremo sempre tutti e la musica continuerà, certo, e si trasformerà, però è come se sapessi che da domani perderò completamente una parte di me per cercarne un’altra.

Mi sento come Ulisse, che ha di fronte le colonne d’Ercole, è nella sua barchetta, va ancora tutto bene, ma il viaggio arriva ad un punto critico: è arrivato al confine del mondo conosciuto, il limite estremo, e dopo che c’è? Non plus ultra? Lui è un tipo coraggioso, o forse è scemo, o forse è tracotante, o forse ha semplicemente voglia di navigare senza le vele, quindi decide di andare oltre, oltre ciò che sa, oltre ciò che non sa, oltre se stesso, perché vuole inseguire virtute e canoscenza. Ha il cervello tridimensionale del resto, o meglio, c’ha l’intelligenza multiforme, e quello spirito di viaggio e diVento che hanno anche i ventenni. Così entra nell’Oceano Atlantico, e…

Ero nel Viale dell’Oceano Atlantico l’altro giorno, a Roma, mi ci sono persa. Adesso sono nell’antica Magna Grecia quindi questo spirito Omerico nel tour ci sta ancora meglio. C’è un vento pazzesco, quasi aggressivo, per quanto bellissimo, e ne sono scompigliata. Ho perso ogni routine, non ricordo bene il gusto del cibo del nord, è come se le radici fossero di gelatina, e si sa, i ventenni il canto delle sirene lo sentono ancora più intenso.

Sembra di stare dentro a Chocolat con questo vento che deve dirmi qualcosa. Parti? Resta?

Forse una cosa me la vuole dire, penso intenda, da come sposta le foglie, da come mi  fa perdere la sciarpa, da come sussurra di notte tra i marciapiedi, che devo un po’ smettere di correre, perché altrimenti mi si spiaccica il cervello, oltre che il cuore, ma che se voglio lui ci sarà ancora a soffiare per me. Hai sentito quel vento soffiare per teSì. E da domani un’altra barca sarà pronta per navigare.

Forse il bello della gioventù è che si cerca la verità a tutti i costi, si sbaglia un sacco, e non ci si rende conto che l’errore è un meraviglioso momento di verità.

Chasing visions of our futures, one day we’ll reveal the truth.

Si sbaglia, troppo, ma quando sbagli la prima volta come fai davvero a sapere che era sbagliato?

Questo gli adulti se lo dimenticano sempre.

Cosa ho imparato da questo tour?

  • Che gli alberghi adorano mettere cover di brani celebri rivisitati in chiave lounge nelle sale da pranzo pensando che ai loro clienti piaccia ma secondo me non piacciono proprio a nessuno
  • Che la pizza napoletana purtroppo non la digerisco anche se mi piace da matti, e che dovrò accettare questa cosa con spirito zen
  • Che se spingo di più quando canto aumentando la pressione, ho meno rientro della sala e mi sento meglio
  • Che se sei positivo le persone intorno a te non potranno non essere attratte dal tuo flusso positivo
  • Altre mille cose che però forse non ha senso scrivere perché le sto ancora interiorizzando

La canzone di questa merenda è la colonna sonora dell’ultima settimana di di20areLIVE, ed è un pezzo che ho ascoltato per la prima volta a Marzo, a Napoli, mentre facevo il Nice To Meet You. Mi trasporta, e ha proprio il sapore di un autunno disperso.

Quando torno a casa voglio cominciare ad usare il motorino.

Una volta stavo male perché non riuscivo ad afferrare mai nulla. Mi sfuggiva tutto, sempre, e non riuscivo mai a vivere quel cavolo di hic et nunc. Lo cercavo disperata, ero ossessionata con il concetto di “casa” ma a casa alla fine percepivo un senso di vuoto. Our minds are troubled by the emptiness. 

Adesso invece sono felice di non appartenere più ad un luogo esatto, sono felice di non essere legata ad un sapore preciso, sono felice di innamorarmi di ogni profumo che sento, e sono contenta di non avere proprio nulla in pugno. Perché ho 21 anni e mezzo, mi guardo allo specchio e mi ripeto di lasciare andare il destino. Cosa voglio da me? Adesso. Ora. Io non posso avere nostalgia del passato, e nemmeno ansia del futuro. Non posso provare né rabbia, né paura, perché è tutto qui quello che conta.

Domani Ulisse mi aspetta all’ora di pranzo per ripartire,

stasera l’ultimo viaggio, senza nostalgie.

 

GRAZIE

 

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

10 risposte su “Merenda #8: We are the wild youth”

Appunto Francy, ora riposati, pensa a studiare e a riprendere quella vita da ragazza 21enne(e mezzo) che per un po’ hai lasciato da parte, ne hai bisogno, sei giovane ma piena di grinta, ti ho vista due volte dal vivo (Mantova e Parma)ed entrambi le volte sei stata dolcissima!hai un futuro radioso musicale e non davanti, solo non bruciare le tappe, prenditi il tuo tempo per tutto (anche per l’amore) senza fretta, noi fans ti aspettiamo, pronti ad ascoltarti.
Quanto al motorino inizia con i vecchi motorini tipo il Sì o il Ciao (io sono fermi a quelli), un abbraccio da un tuo fan (quello che ti ha portato l’ultimo dinosauro a Parma)

ultimo viaggio,senza nostalgie,e contunuiamo a di20are,senza voltarci a guardare al passato e senza l’ansia del futuro…essere sempre positivi e vivere il presente con la consapevolezza e la certezza che cio’ che dai ,prima o poi ti torna indietro,e tu che con la tua musica e la tua vita ,dai tanto amore,riceverai solo amore…..grazie per questo ottobre magico …ti voglio bene,

Ciao Francesca, ho sentito quel vento soffiare per me, fortissimo! Sono rimasto piacevolmente colpito dal fatto che hai messo Se Cadrai nella scaletta del concerto e che emozione quando l’ 8 ottobre l’ho sentita dal vivo! Per me questo brano è importantissimo seppur legato a un fatto bruttissimo della mia vita. L’ho scoperto quasi un anno fa e me ne innamorai subito. In quei giorni però successe una cosa che non avrei voluto accadesse mai: la scomparsa improvvisa di mio padre. Potrai immaginare come mi sentissi, era come cadere in un precipizio o dal tetto di un grattacielo. E a nulla valsero i miei 41 anni di età, comunque mi sentivo come un bimbo abbandonato. Fu allora che ho sentito quel vento soffiare per me, fortissimo, e ad alimentarlo eri tu, inconsapevole con la tua musica, le tue parole, la tua voce e i tuoi sorrisi. Nel silenzio ci sei stata, mi hai aiutato e guidato a risalire dal precipizio. Anche se non ti conosco ti voglio un bene immenso e ti considero come un amica, una di famiglia. GRAZIE DI CUORE PER TUTTO! Spero che continuerai a regalarci emozioni e a sostenerci con il tuo grande talento e bontà d’animo. Un abbraccio forte, Stefano

Io ho qualche problema nel capire che tal volta le cose non sono fatte per essere comprese. E continuo a cercare la verità… ma ok, mi sta bene.
Chissà che Il Vento potrà essere come quello di Tiziano Ferro 🙂
GRAZIE A TE =)

(p.s. credo che la mia vita cambierà dopo che ho “compreso” che l’amore non è cercare, ma è trovare 🙂 )

Ciao, buona domenica. io vado in montagna.

Sono andata a rileggermi tutte le merende nel cassetto e poi ho letto questa. In queste settimane non ho mai commentato, ma ciò che scrivi mi ha fatto riflettere tanto, come sempre. Il modo che hai di scrivere, quello che scrivi, mi prendono tanto… sento le tue sensazioni, sento quello che scrivi… sarà che siamo ventenni e stiamo attraversando la stessa sensazione di non essere più uva, ma nemmeno vino ancora… sarà che io non ho mai avuto il coraggio di mettere nero su bianco ciò che provo e nel leggerti mi emoziono Francesca. Sembra incredibile, ma ancora una volta mi ritrovo in ciò che scrivi, ho fatto un colloquio pochi giorni fa e a breve dovrei iniziare uno stage in una delle mie pasticcerie preferite nella mia regione dopo più di due anni passati in giro per l’Italia… Mi fa strano pensare che in un certo senso mi fermerò qui e viaggerò molto meno, ma allo stesso tempo sono convinta che quest’esperienza mi farà viaggiare in altro modo… Insomma sto per iniziare una nuova fase anch’io e di sicuro da “domani” mi rimetterò sulla mia barchetta e sento forte lo spirito di “viaggio e diVento”. L’altro ieri ci hai chiesto “ma ditemi, in realtà, si smette mai di diventare?” Tu sai la risposta, anche io la so, tanti la sappiamo e l’abbiamo imparato anche insieme a te. Io ti rispondo lo stesso e ho trovato la mia risposta in un mio commento di qualche mese fa qui Nel Cassetto, “…noi oggi non saremo mai gli stessi di ieri. Diventiamo.. ad ogni passo.” Porto con me il ricordo e l’emozione di giovedì sera quando ti ho riabbracciata e finalmente abbiamo scambiato qualche parola a quattr’occhi… Avrai letto la mia lettera e quindi non aggiungo altro. A presto mia cara Peach, con affetto. Grazie sempre <3

P.S. Ti capisco bene quando dici di non digerire la pizza napoletana, ma credimi ci sono un'infinità di pizzerie a Napoli. Torna appena puoi e sarò felice di portarti in un posto dove io potrei mangiare anche 10 pizze, se non dovessi digerire nemmeno quella, allora accetteremo la cosa con spirito zen 😉

Acqua passata non macina più. Goditi il presente, senza paura del futuro. Sei un fiore, hai 21 anni e se il nuovo vento ti trasporta con “costanza” tanto meglio.
Auguri per il tuo nuovo viaggio Francesca e sorridi come sai fare, vado matto del tuo sorriso.
Lodovico

Si, ora riposa calze a strisce, riposa solo per un poco e preparati per un altro viaggio.

Qui nella mia città c’è il Mare Piccolo, un mare piccolo piccolo, e ti prometto che inizierò anche io un nuovo viaggio, fosse solo attraversare un mare piccolo piccolo.

Ricordati che viaggiare è come costruire ponti, e non importa quanto distante sia l’altra riva, in fondo i bambini con i Lego costruiscono ponti lunghi anche 2000 chilometri.

Eh già, lo ricordo anch’io quel 25 Febbraio alla Feltrinelli, come dimenticarlo? La prima volta che ti ho incontrata, che ci siamo conosciuti. 🙂 Perchè dopo Sanremo ho sentito che dovevo conoscere questa ragazza, che c’era di più dietro la cantante che già apprezzavo. E sono contento che te ne ricordi con piacere, del compleanno ma anche del tiramisù 😉 e dei sapori di Roma (culinari e non solo), nella speranza che passerai più tempo qui con noi in futuro.
Però so che sei uno spirito itinerante, che il tuo centro ovunque ma la circonferenza da nessuna parte ?, e da un lato invidio questa libertà di conoscere tanti posti anche se dall’altro io avrei bisogno di fermarmi per assaporare tutto. Spesso però, che sia il moto delle nostre gambe o quello della nostra testa, finiamo per continuare a cercare qualcosa che non troviamo, ma dicono che sia questa la vita:

“Before you cross the street take my hand. Life is what happens to you while you’re busy making other plans.” John Lennon (“Beautiful Boy”)

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