Gelatine e palloncini

Mi è arrivata l’influenza dopo credo almeno 10 anni che non veniva a trovare il mio sistema immunitario. Io sempre a scherzare con tutti dicendo “anche volendo, non mi ammalo mai”… e invece, zac!
Sembrerà strano, ma avere la febbre ogni tanto non è così brutto. Certi periodi neri possono essere bellissimi. Un po’ tutti i periodi neri della vita, che però sono altri, in diverse sfumature. E a proposito di nero, ho scoperto che il colore più scuro mai concepito sia un certo vantablack, e la cosa mi ispira. Quando lo guardi è una sorta di universo senza stelle, e anche un po’ una depressione oceanica, e nella sua profondità c’è la sua magia.
Sto divagando, ed è una cosa tipica dell’avere l’influenza.
Questo pensiero nel cassetto oggi sarà così, simile alla gelatina, che è un po’ molla, sembra non stare in piedi, la gelatina verde, come le ossa durante le influenze, quelle che ho ringraziato l’altra volta.
Si parla spesso di gradi di separazione e scoprirete quanti pochi gradi ci siano tra una gelatina e la sottoscritta.

A.
Quand’ero piccola mi sono fatta male un sacco di volte, e quelli del pronto soccorso si sono affezionati talmente tanto a me nel vedermi puntualmente che mancava poco ci mettessimo a giocare a tris.
Una volta un cane mi ha accidentalmente sfregiata sotto l’occhio, un’altra volta sono caduta dallo skate-board in discesa, un’altra volta ancora per riprendermi il mio coniglio che mi era scappato sono finita in mezzo a delle zucche rampicanti e mi sono infilzata un braccio. Tante cose carine e un po’ splatter. Ero una fanciulla avventurosa, odiavo le bambole e tutte quelle cose da femmine che se ne stanno in casa a far finta di bere il tè nelle tazzine di mammacasetta. Oggi ho guardato la mia prima cicatrice, che è sul dito (medio) sinistro, e ho pensato a quando me la fossi fatta. Ecco, come d’incanto non c’erano più gradi di separazione tra i famosi palloncini sul soffitto della mia testa e quella cicatrice.
Ero molto piccola ed ero appena tornata da una bellissima fiera domenicale dove vendevano palloncini meravigliosi ed elaborati.
Camminavo felice per il mio giardino quando ad un tratto ho provato quella sensazione terribile del filo che ti scappa dalle mani. Un urlo disperato e la mia frenetica rincorsa saltellante per riprenderlo, finché non inciampo in un muretto, cado e mi ferisco un pezzo di dito.
Così la mia prima cicatrice fu causata da un palloncino, e credo non ci sia nulla di più poetico.

B.
Cicatrici, palloncini. Ora tocca al voto di maturità.
Quanto mi sono incazzata per la maturità penso di non essere riuscita a ripeterlo.
Premesso che per me la maturità non ha mai avuto senso, visto che vanifica spesso e volentieri 5 anni di lavoro, oppure li esalta immeritatamente, l’ho affrontata con la solita se non maggiore diligenza, senza ottenere quanto io e tutti avrebbero sperato.
Così mi diedero 88. Andò tutto bene, tranne la cosa in cui andavo meglio, cioè il tema. Mi pare logico (questo blog però non è scritto come si dovrebbe scrivere alla maturità ?)
88, che manco è 90, per una che lo sperava come minimo. E ora mi odierete tutti, ma credetemi che per me è stata una cosa brutta.
Poi in questi anni ho deciso di vedere l’88 come una cosa speciale. L’8 quando si sdraia sul prato dove mi sono fatta male la prima volta è un infinito, e quindi l’88 è un doppio infinito, dipende dalla prospettiva, che spesso dal basso io non ho. Quel palloncino che ora ammira tutto dall’alto vede un doppio infinito e magari mi dice che quello che non è completamente come ci aspettiamo, non significa che non abbia una ricchezza, un infinito dentro di sé.

C.
Sono scappata dal liceo scientifico anche se andavo bene, e forse non so davvero perché. Sono sempre stata inquieta e ho sentito che dovevo rischiare con l’antichità e quelle lingue strane che non piacciono più a nessuno (ma a me da matti!).
In realtà, del mio libro di chimica ricordo poche cose interessanti, se non una gelatina.
Era una gelatina verde, di quelle che vedi nei ristoranti (ma voi l’avete mai mangiata?), con una ciliegina rossa sopra.
La gelatina è qualcosa che se non ricordo male si ottiene dall’idrolisi del collagene, ma a parte queste cose strettamente scientifiche, è bella perché ha tutte quelle bollicine dentro, imprigionate, dal liquido al solido.
Mi piace l’idea di sospensione, vedere le cose sospese, sentirsi sospesi.
Un 88 che non è un 90 è essere sospesi,
guardare un palloncino che scappa e vola via dalle proprie mani è sentirsi sospesi.
Quando si è un po’ fragili si è anche particolarmente belli.
“La fragilità del cristallo non è una debolezza, ma una raffinatezza.”

“Non conta troppo essere forti, ma sentirsi vivi.”

 

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

21 risposte su “Gelatine e palloncini”

Ma come scrivi figo? Madò ahahaha. Se non avessi vinto xFactor adesso Francesca Michielin (magari non proprio adesso ma tra qualche anno) sarebbe l’autrice di qualche best seller ahah

Pure io ho preso 88 alla maturità perchè ho sbagliato il tema di greco, sempre tradotto bene luciano e quel giorno invece ho fatto schifo, e penso pure io che non conti poi molto, è uno dei tanti numeri, una delle tante etichette che ci appioppano. 😉 guarisci presto, anche se con l influenza stai diventando anche un po poetessa ?

Non ho parole davvero, pensavo fossi uno dei pochi a pensarla come te sulla maturitá…io ti amo cara franpesca!!!!

A volte 2 è meglio di 1 e 88 è meglio di 90 o 100. Poi, a parte il doppio simbolo dell’infinito, non vedi che simmetria magica, 88, un numero poetico. Se non fossi scettico potrei anche credere che a te non capiti mai nulla per caso ma programmato da un’abile regia divina (appunto, la Dea del caso). Complimenti per questa rubrica, ciao.

io rimango sempre affascinato da cio’ che scrivi,i tuoi racconti da bambina,un po’ biricchina,,tornando all’influenza e’ normale che ci si sente molli come gelatina ed e’ ovvio,con tutto il girovagare dopo sanremo e le molte bore televisive,il tuo sistema immunitario ha fatto cilecca,io da bambino ero sempre ammalato,infatti non ricordo mai ad esempio un costume di carnevale,poi dopo i 10 anni e fino a ora mai piu’ avuto febbre,influenze varie ma mai febbre,a proposito se vuoi ho un integratore di carotenoidi,in privato se vuoi ti dico la societa’,che fara’ bene al tuo sistema immunitario,comunque bambina pestifera cerca di guarire presto che noi ti aspettiamo e se leggerai questo commento,ti dico che forse ci vediamo a milano al radioitalia live di settimana prossima,,,ora ti faccio tanti auguri di buona guarigione e ti mando un grosso bacione ,ormai nessun grado di separazione tra di noi,,,ti voglio bene peach,,a settimana prossima speriamo,sto ancora aspettando conferma dalla radio,,a presto piccola e riprenditi subito

Ciao Francy! Molto bello questo tuo elogio della fragilità, lo trovo molto giusto, e ho capito anche quel verso di “25 febbraio” che tanto mi piace. Continua a scrivere mi raccomando, hai una bella sensibilità creativa, a volte non centri bene il punto ma chi se ne frega, Joyce ci ha costruito una letteratura sul flusso di coscienza, e poi tu hai questa bellissima anima hippy nascosta che esalta la tua cultura artistica. Guarisci presto e in bocca al lupo per l’esc, vivilo come una festa, se poi vuoi pure vincerlo, portaci “sons and daughters” e non avrai rivali! Un bacio :*

a proposito di maturita’ hai pienamente ragione,non si diventa maturi perche’ si studia 5 anni e si prende 100,ma e’ la vita che ti matura.il mio esempio,ho un diploma tecnico 38/60,prima era a sessantesimi,tuo papa’ lo sapra’,materie tecniche medie alte ,italiano 5,litigavo sempre con la professoressa e le dicevo,cosa mi inyteressa a me quello che fa leopardi con silvia o cosa c’e’ dietro la siepe,se poi devo passare la vita in una fabbrica,,,ma arrivo al nocciolo 5 in italiano ma se mi metto a scrivere faccio poemi,certo a volte sbaglio qualche verbo,conosco amici e conoscenti con voti altissimi in italiano che non sanno scrivere neppure un ciao e fanno di quegli errori a volte impressionanti,,,la vera maturita’ e’ la vita,quella che stai sperimentando anche tu ,ora che sei uscita dalla scatola,in questo periodo,e tu stai dando prova di grande maturita’ anche a quei professori che ti volevano sui libri,,non si diventa maturi studiando ma vivendo ,,basta altrimenti faccio concorrenza al tuo cassetto,,a presto

WOW, e questo è quando hai l’influenza?! XD Mi hai colpito più del solito. Stavo leggendo questi tuoi racconti separatamente, felice di poter conoscere ricordi della tua vita, cose di te che solo una persona a te vicina potrebbe sapere, come fossimo amici pur essendo lontani (anche se ho avuto la fortuna e il piacere di conoscerti e festeggiare con te il giorno del tuo compleanno a Roma). Poi invece alla fine mi sorprendi ricollegandoli tutti attraverso la sensazione di sentirsi sospesi. Impazzisco per queste cose: il filo invisibile che collega ciò che prima sembrava slegato, la verità nascosta che avvicina storie all’apparenza lontane, quel “Nessun grado di separazione” che in fondo ci unisce tutti. Anch’io rifletto spesso sulle cose per comprenderle fino in fondo e trovare quella verità che mi sfuggiva, mi sento molto simile a te in questo anche se forse io lo faccio in modo troppo analitico, più psicologico se vogliamo. Mi piacerebbe farlo con la poesia che riesci a metterci tu, ma non sono bravo come te a scrivere… con o senza febbre XD. Però mi piace l’idea di passare in questo blog non solo per “sbirciare” nel cassetto ma anche per lasciarci qualcosa che magari ti possa servire, perciò mi rifarò a un grande pensatore più vicino al mio mondo come Albert Einstein, il quale ha detto una grande verità che in un certo senso hai colto anche tu: “Nel mezzo delle difficoltà nascono le opportunità”.

P.S. Giusto per curiosità, il vantablack non è solo un colore ma un materiale che, nella luce visibile, è quanto di più vicino al modello del “corpo nero”, un corpo ideale che assorbe tutta la radiazione senza rifletterne. E sì, ricordi bene, la gelatina si ottiene a partire dall’idrolisi del collagene. Come si sarà capito ho fatto il liceo scientifico e, benchè lo ritenessi una vana speranza (conoscendo i miei professori), alla maturità ho preso 100. Però come dicevi tu paradossalmente ha poco a che fare con i 5 anni che la precedono e alla fine poco conta quale sia il voto, sia per il futuro sia in confronto alla soddisfazione di avercela fatta; e così anch’io lo considero solo come un simbolo, una medaglia per coronare, non solo quei 5 anni che poco rappresenta, ma tutti i 13 anni di studio e impegno fino a quel giorno.

Francesca, quanto al voto sono d’accordo con te!io alla maturità ho avuto 39/60 (equivalente a 65/100) ma poi ho preso due lauree e sono maestro elementare (frase che, tra l’altro, uso spesso con i bimbi che hanno difficoltà per incoraggiarli), quanto all’influenza tisane calde e tanta pazienza!Ricordo male o dalle tue parti (Thiene) fanno le tisane chiamate Bacio di Biancaneve!riposati!questo è il riposo del guerriero e ci vuole!un abbraccio influenzato e pescoso

Leggere quello che scrive Francesca è sempre bello, credo che parlare così della propria infanzia, in modo così dettagliato, e segno di grande senso di osservazione e sensibilità, è bello ricordare le cose belle ma anche le cose brutte della propria gioventù o della vita in generale, che poi magari le cose brutte sono anche istruttive perchè ti formano, per cui bisogna prendere la positività in un momento magari negativo, che ti butta giù, come la tua influenza, che negativa per quanto mai ti ha fatto scrivere delle cose bellissime. Grazie per avermi fatto ricordare le mie cadute da bambino e fatto osservare le mie macchie da caduta in bici, sei una ragazza speciale! Guarisci presto!!

Cara Francesca, anche con l’influenza hai scritto un post bellissimo e poetico…leggerti è un piacere 🙂
Mi raccomando riposati, sai che si dice quando si ha l’influenza…? Segui le tre L: letto, lana, latte …..
Guarisci presto, ciao da Laura 🙂

Ciao Francesca, innanzitutto spero ti rimetta presto in sesto da questi mali di stagione.
Ti posso chiedere un informazione? Se desiderassimo averti dalle nostre parti, qual è il riferimento mail di chi organizza le tue date? (manager/agenzia?)

Io rimango sempre più sorpreso dall’acume e dalla sensibilità che riveli ogni volta: in queste riflessioni sul blog, nelle interviste, nei post sui social e ovviamente nelle tue canzoni. Un elogio della fragilità, declinato in questa maniera, che dimostra intelligenza, maturità e consapevolezza di sè: tutte doti non comuni, specie in una ragazza di 21 anni. Quello che scrivi riesce sempre a essere molto profondo, semplice ma diretto, capace di arrivare al cuore e alla mente di chi ti ascolta e ti legge senza mai risultare banale e anzi toccante nella sua genuinità. Questo per dire che oltre che una grande artista sei una bella persona e questo traspare da tutto quello che fai. L’augurio è quindi quello di rimanere sempre così, nella certezza che grandi successi ti aspettano e che tutto ciò che di bello ti accadrà te lo meriti pienamente. Un abbraccio e grazie per la tua dolce naturalezza.

Ciao Peach! Mercoledì sera, come ogni settimana, appena tornata da lavoro mi sono fiondata qui per scoprire cosa c’era nel cassetto. Poi peró in questi giorni un pó frenetici non ho trovato un pó di tempo per scriverti, ma ora eccomi qui. Spero che l’influenza si sia dileguata, anche perché stasera é ripartito il viaggio insieme ai tuoi inseparabili strumenti 🙂
Grazie per aver condiviso con noi un altro pezzettino della tua vita, grazie per esserti mostrata a noi anche nella tua fragilità.
Mi piace tanto il modo in cui scrivi e trovo tanta maturitá (a proposito del punto B ahaha) nelle tue parole. Spesso la vita non va come immaginiamo o speriamo, ma saper apprezzare lo stesso ció che abbiamo ci rende persone migliori e ci fa capire, col tempo, quali sono davvero le cose importanti.. ‘Ferirsi a volte può aiutarti piú di stare bene’. Aspetto il prossimo pensiero 😉 Franci buon tour, ci vediamo il 29 a Milano ❤

ciao francy ascolto e riascolto il tuo cd, mi piace tantissimo, ed anche oggi mi hai strappato un sorriso nel leggere il tuo blog…
sei fantastica,
saluti Ciro.

Potrei definire questo blog come un rifugio in mezzo ad una tormenta. Leggendolo hai proprio quella sensazione di sospensione di cui parli, perchè riesce a trattare argomenti con la giusta leggerezza ma allo stesso tempo con quel pizzico di ironia che lo caratterizza; ed è così che dopo magari una giornata impegnativa o un momento difficile ti ritrovi a leggere queste poche righe affascinanti, e all’improvviso tutto si ferma, resti “sospeso” nel tempo. Le paure, i dubbi, le incertezze, scivola tutto via, e se pure per un breve momento ti rendi conto che in fondo non c’è nulla per cui vale la pena buttare via una bella giornata. Allo stesso modo le tue canzoni riescono a trasmettere emozioni che sono difficili da spiegare con le parole. Penso che tu sia veramente un’ artista ed una persona straordinaria con un grande futuro davanti; per questo ti auguro il meglio e spero che tu possa continuare in questa direzione, perchè ormai artisti del tuo genere sono diventati sempre più rari da trovare. Semplicemente grazie.
PS Stima incondizionata per il passaggio da scientifico a classico.

Io rimango sempre più sorpreso dall’acume e dalla sensibilità che riveli ogni volta: in queste riflessioni sul blog, nelle interviste, nei post sui social e ovviamente nelle tue canzoni. Un elogio della fragilità, declinato in questa maniera, che dimostra intelligenza, maturità e consapevolezza di sè: tutte doti non comuni, specie in una ragazza di 21 anni. Quello che scrivi riesce sempre a essere molto profondo, semplice ma diretto, capace di arrivare al cuore e alla mente di chi ti ascolta e ti legge senza mai risultare banale e anzi toccante nella sua genuinità. Questo per dire che oltre che una grande artista sei una bella persona e questo traspare da tutto quello che fai. L’augurio è quindi quello di rimanere sempre così, nella certezza che grandi successi ti aspettano e che tutto ciò che di bello ti accadrà te lo meriti pienamente. Un abbraccio e grazie per la tua dolce naturalezza.

Tu non sai quanto ti adoro. Sei unicamente Meravigliosa. Bellissima la frase del testo 25 febbraio che dice non conta troppo essere forti ma sentirsi vivi sì. Sei magnifica. Non riesco a trovare le parole per farti capire cosa intendo perché sei davvero la mia vita…quando sono triste ti penso e mi passa tutto….amo la tua voce, le tue canzoni, la tua musica, i tuoi testi…Wow…sono meravigliata e innamorata di te?Innamorata nel senso che mi piaci proprio…no come non so due coppie ma come dici tu l amore è il bene che provi per una persona, un gesto come quando i tuoi genitori preparano qualcosa per te o non so…?Un caloroso abbraccio…Come quello che ti ho dato al concerto che hai fatto a Cesena…Ti ho abbracciata fortissimo e quasi to facevo fermare la circolazione.?Mi batteva forte il cuore e non capivo più niente, mi veniva anche da piangere…Un fortissimo e amorevole abbraccio a te Francesca, unica? Il tuo Blog è davvero bellissimo…che parla di cose che non sapevo…ecco perché ci sono i palloncini in 25 febbraio…Questo blog è molto significativo che parla della tua vita, della vita di una cantante meravigliosa; Francesca Michielin

Non riesco a crederci: com’è possibile che condividiamo così tanti punti in comune?
La febbre ogni 10 anni, la fragilità fisica da piccoli, il voto in sospeso della maturità per colpa di uno stupido tema d’italiano.
Cara Francesca, sei il mio alter ego femminile! Non smetti mai di stupirmi..

Io la sto facendo adesso la maturità, nel 2016. Se è cosi come dici tu spero che non vanifichi cinque anni di lavoro, perchè in questi cinque anni mi sono impegnato tanto e anche in questi ultimi giorni lo sto facendo. Detto questo, che Dio c’è la mandi buona!!

Un abbraccio,

Emanuele

Un lupo rosa ti ringrazia: una sera, mentre sfogliavo delle foto, ascoltavo la tua (tua anche perché scritta da te) “25 febbraio” a ripetizione. Un sottofondo musicale mentre con attenzione superficiale i miei occhi selezionavano le immagini che avevo rubato al mondo con la mia macchina fotografica. Andava tutto bene, poi, un’attenzione più profonda ha mosso un dolore: piangevo. So che non solo a me ha fatto questo effetto “25 febbraio” e mi consolo così. In un momento diverso della mia vita avrei spento la musica e fatto autocritica perché alla mia età non si può piangere per una canzone melodica. Duri, impuri e ci spezziamo con un soffio di vento perché ci siamo raccontati di essere forti. Ma il bello è che a volte anche una canzone melodica ti porta su una strada diversa e scopri un mondo. Invece di spegnere la musica ho chiuso la cartella delle foto e ho lasciato che le lacrime scendessero. Erano tante, erano grandi, le tue parole hanno scavalcato il mio “enorme” cervello e si sono adagiate sul cuore. Quella sera ho incontrato di nuovo la mia parte bambina e ci siamo parlati come non succedeva da troppo tempo. Ed è di questo che ti ringrazio.
Con riconoscenza
One Pink Wolf

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