Anima pendolare

In my place, in my place, were lines that I couldn’t change, I was lost, oh yeah

Ennesima partenza per Milano. Questa volta è un caldissimo pomeriggio di giugno con la Fata Morgana che impazza sull’asfalto e la gente che non ha troppa voglia di pensare perché nel cuore sente solo il mare.
Conosco a memoria ogni centimetro di autostrada, riconosco gli alberi, i cespugli e le siepi e ogni volta guardo se le foglie sono al loro posto, hanno cambiato colore o sono andate via.
Mi immagino sempre a fare skateboard sopra il guard rail a 110 all’ora, volando sopra i cartelli con il vento negli occhi.

Ho messo in macchina A rush of blood to the head dei Coldplay perché mi ricorda un’estate lontana in cui mollai “tutto” e decisi che dovevo andare a Parigi.
Mi ricorda i pomeriggi nei viali alberati pieni di vita ma anche di malinconia e il profumo dei sogni di quando sei un adolescente che ha un sacco di paura del futuro ma che non vede l’ora di scoprirlo e di costruirlo.

Ma in questa autostrada dove tutto è uguale da cinque anni e gli autogrill sono diventati una seconda casa, mi sono sentita in miliardi di modi diversi. Incazzata, sì, tantissime volte. Assonnata con un libro di fisica in mano alle due di notte, pure. Felice per un risultato o un concerto, anche. Con le lacrime di pianto oppure di sudore, sì. Con la patente da passeggera e con l’ansia da neopatentata al volante. E anche se stavo andando a casa, felicemente dispersa.
Sempre, sempre questa sensazione di non sentirsi da nessuna parte al riparo. Che è una cosa che si può ritenere non troppo bella, ma che a me piace.

Non ho ancora preparato il mio nido. So solo che ovunque vada non è davvero dove devo fermarmi, è solo un momento che si evolve in continuazione.
C’è chi si affeziona al proprio letto ma sinceramente io non ho mai provato questo senso di apparenza così forte. Quando andai per la prima volta in campeggio avevo 9 anni e decisi di portarmi il cuscino. Sì, c’era questa fissa del cuscino di Winnie The Pooh, ma poi basta, la cosa passò.

E così non so dirvi se c’è un posto dove voglio stare, o un posto dove mi senta meglio di un altro. Devo solo sapere che partirò, molto presto. Non posso accumulare i miei ricordi in un’unica città e probabilmente è successo tutto quando spostarono il cartello di Bassano del Grappa in mezzo alla mia casa. Così in cucina ero da una parte e in salotto abitavo da un’altra.
E mi spostavo in continuazione. Come l’università, come il lavoro. Perché sarà stancante, ma è riempitivo. Non c’è cristallizzazione, è un eterno confronto tra quello che vivi, che hai vissuto, che vivrai. Tra il sushi e il caffè d’orzo con i biscotti.

Essere un po’ il sacco a pelo di se stessi. Il proprio tutto. E trasportarsi e lasciarsi viaggiare.

Di Francesca Michielin

Ciao, mi chiamo Francesca. Sono nata il 25 febbraio e per mestiere vivo da vent'anni in un cassetto di sogni stropicciati. Le farfalle che abitano il mio stomaco passano di tanto in tanto a trovare i pensieri nella mia testa, dove vivono a forma di palloncini. Ho due cuori, uno è un battito di ciglia, l'altro un prisma con venti facce triangolari. Ho guardato a lungo uno specchio che mi ricordava quella che sembravo e non quella che ero, ma da oggi voglio navigare senza le vele. Lontano.

18 risposte su “Anima pendolare”

Francesca, ma..ti rendi conto??tu hai riassunto i tuoi ultimi cinque anni e, anche se so che può sembrare assurdo, anche i miei, stesse sensazioni(come ti scrissi una volta, la mia carriera d’insegnante è iniziata più o meno nello stesso periodo tuo), stessa paura del futuro e stessa anima irrequieta da pendolare, prima all’università, poi per lavoro e nemmeno io ho ancora il mio nido!nella famosa domanda di mobilità ho inserito come ambiti ventuno e ventidue proprio Vicenza e poi Bassano del Grappa e Marostica, anche se preferirei restare a Parma (per tornare d’estate nella mia Trapani), grazie di ciò che scrivi e fai, un abbraccio

Questo, senza nulla togliere agli altri, è il tuo post più bello. E’ tra i più brevi da te scritti, eppure racchiude davvero tutto: paure, ansie, conquiste e piccoli smarrimenti. Se ci pensi bene, racchiude la vita. “Sensazione di non sentirsi da nessuna parte al riparo”, è la perfetta sintesi di tutto il tuo pensiero. Non perdere mai quella sensazione, perchè è proprio quella che ti spinge a trovare nuove situazioni, nuove soluzioni e nuovi equilibri. Anche oggi mi stupisco nel constare che i pensieri più interessanti della giornata vengono da tre ragazzi under 25. Come dico sempre io, non è tutto da buttare in questa società.

Gran bel disco quello, poi anche con Clocks e The scientist, quanti viaggi mentali.
Beh sicuramente si può stare bene dovunque, come se uno si trovasse a casa, l’importante è trovare un equilibrio mentale che ti permetta di adattarti in qualsiasi posto tu voglia stare, che sia in compagnia o da solo; io preferisco in compagnia.
possiamo essere come gli uccelli migratori, che comunque in un certo periodo tornano a casa, ma quando si spostano, per il clima, si adattano in un altro posto.

Francesca, continua così che vai bene.

Fai esperienza, più lati esplori, più hai libertà di scelta in futuro. Vai e non pensare a cosa lasci dietro, pensa a ciò che avrai nel prossimo futuro.
Ricorda questo termine, SERENDIPITA’.

E ricorda che hai il pensiero positivo di “qualche” persona che ti sostiene.

Ciao Peach.

Adam.

Ciao Francesca, ”A rush of blood to the head” mi porta indietro di tanti anni.. ho perso il conto di quante volte ho ascoltato quel cd! 🙂 Ti sei definita un’anima pendolare.. è vero, sei spesso in giro, esplori nuovi posti e conosci nuove persone. Niente di più bello e faticoso al tempo stesso.Le soddisfazioni che ricevi giornalmente comunque ne valgono senza dubbio la pena. Un buon viaggio Francesca! Davide.

Bellissime parole, come sempre. Per me quella strada è la Vall’Arsa, che da 15 anni mi porta in Alto Adige. E si, anche io saltavo sui muretti con lo skateboard, oppure avevo una moneta roteante (moneta roteante?), tipo quella dei giochi della playstation 1, che mi seguiva da fuori il finestrino. È da un po che non penso a tutto ciò… Forse però non lo farò quest’anno, ora sono su una minuscola isola, al centro del mediterraneo. “Qualcuno” a cui ho chiesto aiuto (perchè l’ho fatto) mi ha portato qui, o forse è stata la famosa “legge d’attrazzione”. Comunque sia, io non credo nel caso.
Qui mi sento a casa, non sento proprio di aver trovato “il mio posto”, ma ho trovato le persone giuste, dove posso essere ingfinitamente me senza problemi. Cambierà, o meglio, diventerà qualcos’altro tutto ciò? Non lo so… non mi pongo questo problema.
So che incontrerò chi dovrò incontrare(citando un’altra persona) e che andrò dove dovrò andare.

Questa volta ho buttato giù quello che sentivo di dire(era ora XD), sappi che non ho riletto il commento alla ricerca di errori o ripetizioni.
Grazie, sempre, di tutto

Io andai per la mia prima volta in campeggio a 18 anni (adesso ne ho 19). E devo dire che quando è estate e sei in campeggio non c’è un limite di orario, puoi stare fuori quanto vuoi a giocare con i tuoi amici. Diciamo che il mio cuscino era un cuscino normale come tutti gli altri. Forse perchè a una certa età si lasciano stare i cartoni e si cresce. Infatti tu dici che avevi 9 anni e avevi quello di Winnie The Pooh, io invece ne avevo 18!
Crescere non è solo paura di cambiare, ma essere felici, felici di di20are

Brava Francesca! Vivi così appieno questa avventura e tutti questi viaggi! Mi piacerebbe tanto poterti fare compagnia una volta! Anche io quando facevo viaggi in macchina coi miei, mi immaginavo di essere fuori che correvo veloce come la macchina! Tipo quasi Flash! Ah, e non essere arrabbiata dai! Pensa che ci sono ormai migliaia di persone che ti amano e sostengono sempre! Se sei arrabbiata sfogati con noi!! ?

Nei miei viaggi solitari portavo con me i Dire Straits: i loro primi due cd erano la colonna sonora che colorava i miei chilometri, a volte poche centinaia, a volte migliaia e migliaia.
Leggendo le tue parole qualcosa suona come un ricordo dentro di me: la mano dal finestrino della macchina che taglia il vento, i cartelli stradali che ti allontanano via via da casa, l’eccitante stanchezza che senti quando arrivi e gli occhi che divorano ogni cosa su cui si poggiano velocemente.
Per me niente si avvicina alla libertà come il viaggiare e mi manca da quando non posso più farlo. Ho inavvertitamente cambiato la rotta e quasi immobile rimango dove sono. Qualche anno fa avrei dato colpa alla “vita”, un perfetto capro espiatorio: vago, senza volto, generico e astratto. Ma ero io al volante del mio tempo.
Rileggendo le tue parole qualcosa scorre nella mia testa come un film: il desiderio di tornare e subito dopo la voglia di ripartire perché ai sognatori non basta una vita per vedere tutti i posti che vorrebbero vedere, leggere tutti i libri che vorrebbero leggere e ascoltare tutta la musica che vorrebbero ascoltare.
I sognatori non stanno mai fermi soprattutto con la testa. Un’eterna infanzia, un presente mai immobile, un contenitore che non si riempie mai.
E che sia un buon viaggio allora. Per tutti. Dovunque siamo.

“Dire Straits – Single-handed sailor”

grazie francy…anima pendolare per amore dei tuoi fan e della tua musica,,,ti voglio bene e ringraziero’ sempre quel giorno della vittoria a xfactor ,,,una bassanese che arriva nella mia milano e che da 5 anni delizia i nostri cuori di tanto amore ,con la musica ,le canzoni e anche con la vita…..grazie ancora,sempre con te peach

Mia cara Peach questa sera sei riuscita a leggermi dentro piú di tante altre volte, a pochi giorni dalla mia ennesima partenza. “So solo che ovunque vada non é davvero dove devo fermarmi… Devo solo sapere che partiró, molto presto” ecco, diciamo che queste righe racchiudono i miei ultimi tre anni, mi sposto da una pasticceria all’altra, da una cittá all’altra… quante valigie, quanti abbracci, quanti cuscini, quanti volti.. costantemente in viaggio. Non so dire di preciso cosa stia cercando, a dire il vero non so se stia effettivamente cercando qualcosa. Semplicemente la cosa che mi fa stare bene, per adesso, é sapere che la partenza é sempre dietro l’angolo e che ad ogni andata si susseguirá un ritorno e così via… un’avventura infinita verso nuove esperienze e paesaggi da cui lasciarsi incatare. Perché credo che anche percorrendo sempre la stessa rotta tutti i giorni, mai quello che guardiamo dal finestrino oggi sará uguale a ció che abbiamo guardato ieri, perché noi oggi non saremo mai gli stessi di ieri. Diventiamo.. ad ogni passo. Chiudo riallacciandomi alla tua conclusione citando un pezzettino di una canzone di Jason Mraz che amo molto.. “Looking deeper through the telescope You can see that your home’s inside of you. ” Ecco, la nostra casa, il nostro posto… é dentro di noi. Grazie sempre Francesca ❤

Non conosco bene,perché non amo particolarmente, i Coldplay. Ricordo bene,invece,il clamore e il consenso che tale album ottenne all’uscita. E le tue parole-trasportate dai ricordi che affiorano-sono connesse e travasate,non per nulla,negli antefatti e nella composizione dell’album:l’importanza di progredire,l’insistenza quale propellente al libero decorso delle idee…l’impulsivita’ come deiezione dalla paura,mollare tutto e seguire il flusso sanguigno cerebrale ed emotivo. Il tuo racconto di vita-in continua peregrinazione,nomade (se mi passi il termine), ma comune al “mondo” dell’Artista-manifesta,con forza e vigore,la ricerca improntata al/nel divenire;un divenire quale verità dell’essere,nella sua interiorità,nella sua profondità e nell’internarsi dell’essere.
Ti stringo forte, cara Francesca

hey… stanotte ho pensato una cosa.. a volte ci mettiamo delle regole, ma le regole molto spesso sono fatte per essere trasgredite.. sempre se non mi “sbaglio” ma cè anche un “hallelujah”.. ho sempre cercato la metà di me, una ribelle, una piratessa.. con cui partire senza meta e senza troppe pretese.. prendere una “nave” e lasciare che il vento soffi sulle vele, per potere vedere i suoi occhi in ogni millimetro del mondo sorridere e condividere con lei tutto bene e male.. vederela mentre pianta un fiore, baciare dove si punge con una rosa, baciare i suoi occhi quando lacrimano.. non posso scrivere tutto perchè non finirei mai.
ma sono sicuro che jack più di una nave avrebbe bisogno prima di tutto della sua complice per vivere al meglio, una nave e una meta si possono trovare e ritrovare sempre.. il resto no.
io sarei pronto a fare qualsiasi cosa per la mia metà di cuore.. andare ovunque.. avrei anche iniziato a cercarla io, ma aspetti l’imprevisto, chi veramente ti fa bruciare il cuore per fare una cosa del genere.. almeno io sono così.
io ho un cuore d’argento che ho da quando sono piccolo piccolo, e lo tengo per l’unica persona speciale che è ora e spero entrerà nella mia vita… l’ho riaperto poco tempo fa, e sai, le coincidenze a volte sono strane, viene da Bassano del Grappa..
tanti cercano troppe cose nella vita.. io cerco solo una persona vera.. sincera.. bella dentro.. con un cuore talmente grande da fare luce al mondo anche dove è buio.. vivere per e con una persona per tutta la vita… ma le cose si devono volere in 2.. oggi ho messo 1 girasole e 3 rose sul balcone per vedere se passa il mio angelo.. sperare e bello ma anche doloroso.
ciao fra..

Ahahah, non ci credo! Pensavo di essere il solo che durante i viaggi in autostrada da passeggero si immagina saltare tra i guard rail e le auto! ? (però senza skateboard perchè la mia immaginazione si ispira ai videogiochi di Sonic ?)
Comunque, a parte questa coincidenza pazzesca, condivido anche la tua voglia di non vivere e accumulare ricordi in un solo luogo, ma di essere il più possibile un cittadino del mondo. È un desiderio che si sta rafforzando sempre più negli ultimi anni da quando sono a Roma per studiare, però devo accontentarmi di farlo stando in un luogo importante come la capitale, perchè è difficile riuscire a costruirsi un futuro spostandosi spesso tra tanti posti diversi. E ho sempre cercato di ovviare a questo grazie alla tecnologia che oggi ci connette al resto del mondo…. riprendendo una frase di Confucio che recita: “La mia casa è piccola ma le sue finestre si aprono su un mondo infinito”.
Tu invece hai la fortuna di poter vivere della tua passione spostandoti in tanti posti e anche se spesso sei via “casa è quel luogo che i nostri piedi possono lasciare, ma non i nostri cuori” (Oliver Wendell Holmes).
Poi dopotutto il poeta Robert Frost diceva “La casa è quel posto dove, quando ci andate, vi accolgono sempre.” e chi ti incontra non può non accoglierti a braccia aperte ovunque tu vada 🙂

Francy, ho letto che sarai al concerto tributo a Mimmo Modugno, non so quale canterai, ma ti volevo segnalare una sua canzone poco conosciuta( forse troppo autobiografica): Questa è la mia vita, seconda classificata ad un Sanremo Anni Settanta, mi sembra 1974!anche se non canti questa cercala, è qualcosa di meraviglioso.

Francy?
posso chiamarti Francy??
Voglio che tu sappia che sei quel sorriso dentro al cuore che mi dice ‘andrà tutto bene’❤.
Voglio che tu sappia anche che la mia mente è piena di aquiloni anziché palloncini. Tu sei l’aquilone che vola più in alto.?☁.
E sei un aquilone a forma di carpa koi ma questo sono dettagli…??.
La tua voce riesce a farmi fuggire dalla realtà e io ti ringrazio tantissimo per questo.?
Cara Francy? un abbraccio enorme?.
“Siamo acqua che super gli argini/la marea che muove gli oceani?”
Sil?

Tutto ciò che scrivi sembra che tu l’abbia rubato dalla mia testa.
Ho qualche anno in più di te, ma anche io non ho ancora trovato la mia casa.
Anzi, forse ne ho tante, in posti diversi, ma mai una che mi dia un buon motivo di fermarmi lì. Per sempre.

Piccola Franci, quante cose ci accomunano e non lo sai.

Mi accontento di leggerti e di ascoltarti (e sentirti).

Un abbraccio.

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